Sono 130 le persone che hanno perso la vita durante un naufragio che si è verificato il 22 aprile scorso al largo delle coste della Libia. Si trattava di migranti che si stavano dirigendo verso le coste europee per cercare un futuro migliore.
Le cause del naufragio devono essere ancora chiarite con precisione, ma pare che le condizioni del mare fossero proibitive. Ed è gravissima l’accusa che arriva dalla Ong Sea Watch, che si scaglia contro le autorità europee. “Le autorità dell’Ue e Frontex sapevano della situazione di emergenza, ma hanno negato il soccorso. La Ocean Viking è arrivata sul posto solo per trovare dieci cadaveri”– così twitta Sea-Watch International.
La Sea Watch 4 ha eseguito quindi un minuto di commemorazione per le vittime di questa ennesima strage nel Mediterraneo. Sos Mediterranee, tramite Francesco Creazzo, ha raccontato quanto accaduto, spiegando che con la Ocean Viking i soccorsi si trovavano a 10 ore dal luogo del naufragio. “Ci siamo diretti inizialmente verso il barchino più piccolo perché era quello relativamente più vicino, ma nonostante le ricerche non siamo riusciti a trovarlo”. A quel punto è arrivata la segnalazione che uno dei due gommoni che trasportava i richiedendi asilo era in grande difficoltà, per cui la nave ha invertito la rotta.
Matteo Salvini: “Tanta rabbia”
Quando la nave della Ong è arrivata sul posto in mare c’erano solo una decina di corpi senza vita. Le persone a bordo molto probabilmente sono morte annegate. La notizia di un terzo gommone è arrivata invece da Safa Msheli, portavoce di UN Migration, la quale ha riferito che questo altro natante sarebbe stato riportato in Libia dalle autorità. Questo fa temere a Msheli che i richiedendi asilo siano stati messi in stato di detenzione.
“Naufragio al largo della Libia. Altri morti, altro sangue sulla coscienza dei buonisti che, di fatto, invitano e agevolano scafisti e trafficanti a mettere in mare barchini e barconi stravecchi, anche con pessime condizioni meteo. Una preghiera e tanta rabbia” – queste sono le parole del leader della Lega, Matteo Salvini, che ha appreso della vicenda accaduta al largo della Libia.
Per Lia Quartapelle, del Pd, “se come europei vogliamo essere all’altezza dei valori che predichiamo, si evitino le speculazioni e si aprano corridoi umanitari europei per evitare le stragi in mare”. Non è la prima volta che decine e decine di migranti naufragano e perdono la vita nel tentativo di raggiungere le coste europee. L’ultimo grave episodio in ordine di tempo si verificò il 20 febbraio 2020 quando al largo della Tunisa morirono 41 persone, tra cui almeno un bambino.