Venezia: per entrare si dovrà pagare una "tassa di sbarco"

Un ticket di ingresso a Venezia, che potrebbe partire dai 2,5 fino a 10 euro, per i turisti giornalieri, sostituirà la tassa di soggiorno. La manovra economica, oltre ad incrementare il fatturato, intende controllare l'accesso delle grandi navi.

Venezia: per entrare si dovrà pagare una "tassa di sbarco"

Per entrare a Venezia si dovrà essere minuiti di un ticket di ingresso. Si tratta di un contributo, una specie di “tassa di sbarco“, che può costare dai 2,5 a 5 euro, ma anche fino a 10 euro, per chi, in qualsiasi modo, “con qualunque vettore“, raggiunga la Città. Questo quanto si legge in una norma della manovra fiscale nell’intento di salvare la città antica.

Il contributo non sarà richiesto a tutti, ma solo ai turisti giornalieri, sarà questa un’alternativa all’imposta di soggiorno già in atto. Lo scopo della misura fiscale, secondo quanto scrive il testo della manovra “potrebbe conseguire un effetto selettivo e moderare l’accesso delle grandi navi alla zona lagunare”.

Tassa di sbarco a Venezia

Il Comune di Venezia è stato autorizzato ad adottare la nuova tassa nelle proprie politiche di bilancio, in alternativa all’imposta di soggiorno. Questo quanto si legge nell’art.1, al comma 1129 del maxiemendamento alla legge di bilancio. Si tratta di un ticket per chi arriva a Venezia solo per turismo e non intenda pernottare in città.

Lo scopo della “tassa di sbarco” è chiaramente quella di “colpire” coloro che visitano la Città in un “mordi e fuggi” di un giorno, incidendo nel fatturato per il 30% a differenza del 70% di coloro che pernottando, da anni, pagano la tassa di soggiorno.

Con la nuova norma della legge statale di bilancio, è d’accordo l’associazione “Venessia.com” che trova in Matteo Sechi il suo portavoce, il quale dopo aver messo in evidenza gli intasamenti provocati dai turisti, sottolinea: “Da anni i veneziani chiedono misure concrete per gestire le masse turistiche e adesso che finalmente c’è la possibilità di sfruttarle economicamente e cercare quindi di gestirle e contarle“. Prendendo a modello le vignette-bollino utilizzate per entrare nel territorio austriaco, Sechi propone qualcosa di simile anche per Venezia. Acquistate online o in apposite rivendite potrebbero diventare “una vera e propria carta di identità temporanea del visitatore“.

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