Herman Van Rompuy, presidente uscente del Consiglio Europeo, lancia la ricetta per risolvere la crisi economica: priorità a lavoro, crescita e competitività, temi che sono all’origine del suo documento e che sarà la base del prossimo incontro della Commissione Ue. “Agenda for the Union in times of change”, titolo del documento, contiene la chiave per risolvere la crisi e per favorire la crescita e l’occupazione, con investimenti mirati a far riprendere l’economia.
La sua missione di mediatore in questa trattativa complicata è arrivata quasi alla fine del suo mandato e alle decisioni contenute nel documento è anche legato il rischio delle poltrone europee. Il lavoro finora svolto nelle bozze per completare il documento è stato approvato ampiamente da Roma, che insiste però per dare spazio agli investimenti da parte dei privati e al mercato libero dell’energia, che sembra il settore ideale per rilanciare l’occupazione e far crescere il Paese.
Per quanto riguarda la finanza pubblica, il documento punta a rispettare i margini di manovra già contenuti nel patto di stabilità e di crescita e insiste invece sul rientro dei costi delle riforme strutturali che devono rispettare i tempi previsti. Ferme le decisioni dell’Europa, che impone appunto il rientro nei tempi stabiliti, per non peggiorare uteriormente la situazione. In queste ore, Herman Van Rompuy sta già preparando il documento che potrebbe essere pronto già nelle prossime ore. La bozza sarà comunque presentata martedì agli sherpa delle cancellerie per stabilizzarne i punti. Al documento finale dovrebbero contribuire non solo i singoli Paesi, ma anche i Paesi a trazione popolare. Per l’Italia c’è il ministro dell’Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Sandro Gozi.
Il documento dovrebbe essere un vero manifesto per l’Europa, con un nuovo spirito di dialogo e solidarietà che accomuni le esigenze e i bisogni di ognuno. Lo scopo finale di un documento condiviso è quello di arrivare al vertice di Ypres, che avverrà il 26 giugno, con un testo gradito e approvato sia dallo schieramento progressista che da quello popolare, soprattutto per dimostrare che l’Europa ha compreso in pieno il significato delle ultime elezioni europee.