UE bacchetta l’Italia sulle pensioni

La UE bacchetta duro l'Italia sul discorso delle pensioni. Avendo già bocciato alcune manovre al fine di salvare l'Italia, ci si trova davanti ad un periodo delicato dove il governo dovrà decidere cosa fare in base alle sentenze di Bruxelles.

UE bacchetta l’Italia sulle pensioni

BRUXELLES. La sentenza della Consulta continua a tenere banco. Questa arrivata in seguito al buco nei conti pubblici ha bocciato la norma Monti-Fornero che azzerava per gli assegni sopra i 1.450€ per l’adeguamento al costo della vita. Secondo le ultime ricostruzione fatte dai tecnici, il problema di bilancio potrebbe raggiungere la ragguardevole cifra di 13 miliardi di euro e proprio per questa attira l’attenzione di Bruxelles. Si aspetta quindi di vedere come il governo applicherà la sentenza della Consulta ma qualsiasi cosa cambi gli obiettivi di bilancio del Documento di programmazione finanziaria dell’Italia deve essere compensato, secondo le fonti dell’UE.

Proprio la Commssione, domani, andrà a produrre le nuove stime economiche per il Vecchio continente e darà le sue indicazioni sui documenti di bilancio dei Paesi membri. Ma per ora, la grana delle pensioni non sarò scontata nelle pagelle di Bruxelles. Infatti le conseguenze sul bilancio italiano dell’incostituzionalità di quegli articoli Salva Italia, non essendo ancora state quantificate formalmente e definite in provvedimenti, non saranno nemmeno prese in considerazione nelle previsioni economiche di primavera, stando a quello che dicono le fonti comunitarie.

Nel frattempo, in Italia si tenta ad affrontare la questione minimizzandone l’impatto. “Non c’è nessun commento da fare sul tema, perché non abbiamo ancora fatto il lavoro di istruttoria che va fatto. Inutile anticipare nulla”, dice il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Un concetto reiterato anche da Pier Paolo Baretta, sottosegretario all’Economia: “Aspettiamo, intanto stiamo facendo i conti”.Secco l’attacco di Renato Brunetta: “Il governo dovrà prendere le relative contromisure per evitare pericolose derive che potrebbero distruggere il bilancio dello Stato”, tanto che Pier Carlo Padoan e il premier Matteo Renzi sono chiamati a “riferire immediatamente in Parlamento“.

Aspettando quindi il modo in cui si comporterà il nostro governo in base a questi fatti, è ben chiara la posizione angusta della Unione Europea.

Continua a leggere su Fidelity News