Tredicesima 2025: niente bonus e detassazioni, la gratifica natalizia resta invariata

La tredicesima 2025 sarà identica a quella dello scorso anno, pienamente tassata e senza bonus aggiuntivi, confermando un approccio prudente nelle scelte fiscali dello Stato.

Tredicesima 2025: niente bonus e detassazioni, la gratifica natalizia resta invariata

La tredicesima 2025 non porterà alcuna sorpresa ai lavoratori e ai pensionati italiani: la gratifica natalizia sarà identica a quella dello scorso anno, completamente tassata e senza alcun bonus aggiuntivo.

La decisione emerge chiaramente dalla manovra economica approvata dal Consiglio dei ministri e dal Documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles, dove non figura alcuna misura di esenzione Irpef o di “bonus tredicesima” da 100 euro, introdotto nel 2024. Nelle settimane precedenti erano circolate diverse ipotesi: una prevedeva una tassazione ridotta al 10%, mentre un’altra ipotizzava l’esenzione totale dall’Irpef sulla tredicesima.

I benefici per i redditi medi e alti sarebbero stati notevoli: un dipendente con reddito lordo annuo di 30.000 euro avrebbe potuto ricevere fino a 500 euro in più, mentre chi percepisce 50.000 euro avrebbe potuto guadagnare oltre 1.000 euro aggiuntivi. Tuttavia, queste erano solo simulazioni. L’intervento avrebbe comportato un esborso per lo Stato di circa 15 miliardi di euro, una cifra incompatibile con il quadro di una manovra da 18 miliardi che deve già finanziare priorità come il taglio dell’Irpef, il sostegno alla sanità e le misure per le famiglie.

Secondo fonti del Ministero dell’Economia, la decisione di non detassare la tredicesima è legata alla necessità di mantenere stabili i flussi fiscali e rispettare gli obiettivi sul debito pubblico concordati con l’Unione europea. Il ministro Giancarlo Giorgetti ha sottolineato che non si possono introdurre misure “spot” senza adeguate coperture, preferendo destinare le risorse a interventi strutturali.

La scelta, tuttavia, ha suscitato malumori all’interno della maggioranza, con Forza Italia in prima linea a difesa della detassazione. Il vicepremier Antonio Tajani ha definito la mancata introduzione del bonus come «un’occasione solo rimandata», promettendo di riproporla nel 2026. Anche il bonus una tantum da 100 euro, destinato ai dipendenti con figli a carico e redditi fino a 28.000 euro, non sarà rifinanziato.

La conseguenza diretta è che la tredicesima 2025 manterrà le caratteristiche dello scorso anno: una mensilità aggiuntiva calcolata sulla retribuzione lorda divisa per dodici, tassata con le aliquote ordinarie dell’Irpef (23% fino a 28.000 euro, 35% fino a 50.000 euro e 43% oltre), con contributi previdenziali del 9,19%. Un elemento da considerare è che sulla tredicesima non si applicano le detrazioni per lavoro dipendente e per carichi familiari, già riconosciute durante l’anno, rendendo il netto spesso più basso rispetto alle mensilità ordinarie. Per esempio, un lavoratore con stipendio mensile netto di circa 1.700 euro riceverà a dicembre una tredicesima intorno a 1.400 euro, pressoché identica all’anno precedente.

Al momento, l’unica possibilità di intervento resta al Parlamento, durante la discussione sugli emendamenti alla manovra. Tra le opzioni sul tavolo vi sono modifiche sugli straordinari o sui premi di produttività, ma nulla che riguardi direttamente la tredicesima. Di fatto, anche per il 2025 la gratifica natalizia rimane pienamente tassata, senza alcun incremento né bonus aggiuntivo, confermando una stagione di prudenza nelle scelte fiscali e un’attenzione particolare ai conti pubblici.

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