Inizia il count down per la Tasi sulla prima casa. Tra poco più di un mese, il 16 giugno, scadrà infatti il termine per il pagamento della prima rata. Dopo i disagi dello scorso anno, però, il rischio è di dover ricominciare tutto daccapo: sui bollettini precompilati che i cittadini avrebbero dovuto ricevere regna il caos. I comuni non sembrano in grado di inviarli e così la semplificazione resta un miraggio.
Secondo le nuove disposizioni sarebbe compito del contribuente richiedere al Comune di appartenenza la spedizione del modulo con tutti i dati necessari. Nessuna indicazione, però, riguardo a quale sia l’ufficio a cui i cittadini debbano rivolgersi.
A essere in crisi sembrano soprattutto i Comuni più grossi, non ancora attrezzati per fare fronte ai grandi numeri che la Tasi impone. Una previsione su quanto potrebbe accadere, però, è possibile: lunghe code e attese interminabili agli sportelli.
I cittadini, così, dovrebbero ricorrere nuovamente ai Caf o dovrebbero pagare dei commercialisti. Dopo tante promesse il pagamento delle imposte rischia così di rimanere un incubo per i contribuenti.
Uno disagio parecchio noioso, in quanto questa imposta è una delle più importanti per lo Stato, e già poco apprezzata dalla popolazione italiana. Il fatto drammatico sta che questa tassa, che dovrebbe essere stata messa da un governo attuale, si basa su un pagamento molto difficile da realizzare, non tanto per il prezzo ma per il metodo. La poca chiarezza e le lunghe attese per avere una spiegazione da un ente governativo sono i veri problemi che stanno affliggendo ancora oggi l’Italia.
Infatti se per molte cose siamo all’avanguardia, la burocrazia pone sempre un grande numero di problemi, trovandosi in situazioni abbastanza ridicole dove si devono rispettare determinati periodi per il pagamento ma la totale assenza di chiarezza dall’altra parte. Si spera di aver più lucidità entro la scadenza.