Le Borse Europee riaprono stamani segnate dalla situazione della Grecia e della sua settimana incerta. Oggi è il turno della riunione dell’Eurogruppo che andrà a certificare i passi avanti fatti dallo stato ellenico, negli interessi di un’intesa che sblocchi i 7,2 miliardi di euro in aiuti, in cambio di riforme. Questo accordo, che sembra sempre più difficile da ottenere, è stato annunciato da tutti i governi dell’Eurozona e non arriverà ad un’ufficialità fino a fine giornata.
Il tutto va quindi rimandato a domani. Atene dovrà pagare 750 milioni al Fondo monetario internazionale, ma non è ancora chiaro se riuscirà a trovarli nelle sue casse ormai ai minimi termini. Tuttavia anche se venissero trovati, non sarebbe l’ultimo scoglio da superare per evitare il tracollo definitivo. Solo a giugno scadono altri 1,5 miliardi di prestito dal Fondo, mentre tra i mesi estivi di luglio e agosto vanno restituiti circa 3 miliardi alla Bce. Il tutto viene contornato da un’apertura negativa della moneta unica che cala a 1,1171 contro il dollaro.
A Milano, Piazza Affari è invariata, Londra cede lo 0,2%, Francoforte lo 0,3%, Parigi lo 0,9%. Lo spread, la differenza di rendimento tra Btp e Bund tedeschi, è stabile in area 115 punti base, mentre i titoli italiani rendono l’1,7%. Sul fronte macroeconomico, la giornata è priva di eventi di rilievo che possano dare altre noie ai vari indici, mentre più avanti nel corso della settimana si guarda ai giudizi dell’Istat e della Commissione europea sull’Italia: l’Istituto di Statistica pubblicherà il dato sull’andamento del Pil nel primo trimestre dell’anno, quello che dovrebbe rappresentare la definitiva svolta con l’uscita dalla recessione e la ripresa. Da Bruxelles, invece, arriveranno le raccomandazioni ai Paesi membri in tema di finanza pubblica. Sull’Italia, poi, pende la spada di Damocle dei rimborsi ai pensionati che si sono visti bloccare l’indicizzazione degli assegni negli anni passati. Sarà una settimana calda non solo per il tempo.