Il governo stanzia altri 678 milioni e dà ossigeno a cassa integrazione e mobilità in corso nel 2014, facendo così salire le risorse annue a 1,72 miliardi. Il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, che insieme al ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha firmato ieri il decreto interministeriale che stabilisce nuove regole per gli ammortizzatori in deroga, dichiara: “Abbiamo voluto dare risposta ad un’emergenza, con l’intenzione di costruire un ponte verso un nuovo assetto complessivo degli ammortizzatori sociali”. Con questo sistema individua altre risorse che vanno ad aggiungersi alle precedenti.
I sindacati Cgil, Cisl e Uil accolgono freddamente il decreto e senza mezze misure dichiarano che le risorse stabilite con il suddetto decreto non bastano a risolvere i problemi. La Cgil non ha gradito che le risorse “in realtà si stornano da altri capitoli del lavoro verso la deroga”. Secondo il segretario confederale Serena Sorrentino “ancora una volta il governo non cambia verso e le risorse vengono spostate dagli incentivi per l’occupazione e dalla formazione continua”. Per alcuni le nuove regole, che riguardano l’aumento dell’anzianità lavorativa per poter accedere agli ammortizzatori in deroga, hanno introdotto un sistema che andrà a penalizzare i contratti temporanei che il governo ha incentivato.
Per questo motivo il decreto “non sembra un intervento risolutivo che consentirà a imprese e lavoratori di avere le garanzie necessarie”. Inoltre, il segretario confederale Luigi Sbarra della Cisl ricorda: “Il decreto ha accolto solo parzialmente le osservazioni critiche del sindacato” e in una nota aggiunge “La soluzione individuata sulla durata massima degli ammortizzatori in deroga, che è di 11 mesi per il 2014 e di 5 mesi per il 2015, se da una parte fa salvo il 2014, dall’altra non fa che rinviare l’emergenza al 2015, anno per il quale le previsioni economiche sono ancora negative; se c’è apprezzamento per l’iniezione di risorse, c’è anche preoccupazione per le nuove forti restrizioni che creeranno nel Paese e sopratutto nelle aree del Mezzogiorno problemi e tensioni sociali che il Governo sta sottovalutando”.
Riflessioni che mettono in allarme e aggravano la situazione dei lavoratori, che già stanno in una situazione di ristrettezze e precarietà. Nuove risorse immediate servono per dare respiro alla Sicilia, ma devono essere reali e garantire sicurezza ai lavoratori.