Salgono i debiti delle famiglie: 50 miliardi di mancati pagamenti

Codacons annuncia dati aumentati del 16% in due anni. E' come se ogni italiano avesse 833 euro di insoluti. I mancati pagamenti riguardano prestiti, mutui, e bollette non saldate. Tra le regioni in testa la Sicilia, segue la Lombardia

Salgono i debiti delle famiglie: 50 miliardi di mancati pagamenti

Tende a crescere la crisi degli italiani, e ancora una volta pesa di più sulle loro tasche. Il debito degli italiani infatti, secondo i dati del Codacons, è arrivato a sfiorare i 50 miliardi di euro di pagamenti che le famiglie non hanno potuto effettuare per mancanza di disponibilità economica. Alla fine è come se ogni italiano avesse pagamenti arretrati per un totale di 833 euro. E negli ultimi due anni la percentuale è aumentata, infatti è cresciuta del 16%. 

I pagamenti mancati riguardano tante categorie, prime fra tutte rate di prestiti, di mutui, di acquisto di beni di largo consumo, ma anche leasing, conti bancari scoperti, non mancano le carte di credito revolving ma anche pagamenti mancati di bollette domestiche. A tutti questi settori sono da aggiungere i debiti commerciali di altro genere, riguardo ai quali le societĂ  di recupero hanno giĂ  avviato le pratiche per saldare il debito.

Ecco come Codacons spiega questo fenomeno: “Praticamente ogni singolo italiano, neonati compresi, appare debitore nel 2014 per un importo medio di 833 euro. Solo per le bollette, 19,1 milioni di italiani risultano oggi morosi almeno su una utenza relativa alla fornitura di elettricità, gas, acqua o telefonia”. Una classifica stilata dall’associazione ha visto in testa, tra le regioni con maggiori insolvenze, la Sicilia con 7,4 miliardi di euro, seconda la Lombardia, con 6,7 miliardi, terza la Campania con 5,7 miliardi e quarto il Lazio con 4,5 miliardi.

Il presidente del Codacons Carlo Rienzi afferma che la causa di questa drammatica situazione sta nel fatto che le famiglie negli ultimi anni sono diventate più povere, e afferma: ” Le famiglie sono state colpite da una drastica riduzione del potere d’acquisto, dalla crescita della disoccupazione e da una pressione fiscale insostenibile. Di conseguenza, chi ha contratto debiti negli anni passati non riesce oggi a far fronte ai propri obblighi, nonostante si sia progressivamente ridotto il ricorso al credito al consumo, sceso del 6,4% nel periodo gennaio-agosto 2014″. Una deduzione che corrisponde al vero, quella di Rienzi, ma che ancora nessuno riesce a fermare, con la disoccupazione che sale e i debiti che inesorabilmente aumentano.

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