In un contesto in cui ogni singola parola riveste un’importanza sempre maggiore, il ricorso al termine “saldi” all’interno dei negozi di arredamento è diventato oggetto di crescente dibattito. La parola “saldi”, che di per sé evoca immediatamente immagini di affari irripetibili e occasioni imperdibili, viene spesso impiegata come richiamo per attirare l’attenzione dei consumatori.
Tuttavia, ciò solleva interrogativi quando tale termine viene utilizzato in maniera che può risultare impropria. In una cornice in cui la trasparenza è fondamentale, è essenziale esaminare in che modo l’etichetta “saldi” viene applicata nei contesti di arredamento. La domanda principale che sorge è: fino a che punto questa pratica commerciale è realmente vantaggiosa per il consumatore, e quando invece rischia di assumere una connotazione fuorviante?
In Italia, l’arrivo dei saldi è un evento biennale, tanto atteso sia per i consumatori che per i venditori. Questi momenti, sono programmati nei mesi invernali ed estivi, e rappresentano un’opportunità per i negozianti di liberarsi delle vecchie collezioni e per i clienti di accedere a prodotti a prezzi notevolmente ridotti.
Questi periodi di sconti sono celebrati come vere e proprie occasioni di festa per gli amanti dello shopping, che possono finalmente concedersi quegli acquisti desiderati a prezzi più convenienti.
Attualmente, siamo nel bel mezzo dei saldi invernali, un’opportunità di risparmio che continuerà fino al 28 febbraio. Nell’ambito dell’arredamento, tuttavia, l’etichetta “saldi” sembra essere utilizzata in modo ambiguo e fuorviante. A fornire una spiegazione chiara ed esaustiva è intervenuto Massimiliano Dona, avvocato esperto in tutela dei consumatori e Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
L’avvocato spiega la verità
In un video risalente all’anno scorso, ma sempre attuale in periodo di saldi, Massimiliano Dona fa chiarezza sul concetto di offerte promozionali. “I saldi hanno lo scopo di svuotare i magazzini dalla merce della stagione precedente, permettendo di riempire i negozi e i punti vendita con i nuovi prodotti della stagione in corso” spiega l’avvocato.
Tuttavia, spesso questa terminologia viene utilizzata impropriamente per catturare l’attenzione dei clienti.
Dunque, secondo l’avvocato, chi vende cucine, mobili e altri elementi d’arredo utilizza impropriamente la dicitura “saldi”. Successivamente, Massimiliano presenta un manifesto pubblicitario di un negozio di arredamento che fa uso della parola “saldi”. L’avvocato esprime la sua sorpresa definendo queste tattiche pubblicitarie come “veri capolavori”.
Ciò è particolarmente evidente nel manifesto in cui è chiaramente indicato “uno sconto del “60%“, ma in dimensioni ridotte è presente la dicitura “fino al“. In altre parole, è un vero e proprio capolavoro di marketing.