Rimborsi TARI: ecco i chiarimenti del Ministero

Dopo il caos sull’errato calcolo del tributo da parte dei comuni, ecco che arriva la circolare del Ministero che chiarisce l’applicabilità della quota variabile. Per i contribuenti possibilità di richiedere il rimborso degli ultimi 4 anni

Rimborsi TARI: ecco i chiarimenti del Ministero

Con la circolare n. 1/DF del 20 novembre il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha fatto chiarezza sul caos mediatico degli ultimi giorni, sulla possibilità che diversi comuni abbiamo erroneamente calcolato la TARI (tassa sui rifiuti), tartassando più del dovuto i propri cittadini.

Infatti era emerso che alcuni comuni avevano applicato la cosiddetta quota variabile sia sull’abitazione che sulle relative pertinenze, andando di fatto ad incrementare considerevolmente l’importo da versare all’Ente. Il tutto, come riportato dalla suddetta circolare, era partito da una interrogazione parlamentare dell’onorevole Giuseppe L’Abbate del Movimento 5 Stelle, che aveva appunto chiesto se la quota variabile andava calcolata solo una volta in caso di presenza di abitazione e pertinenze o più volte, atteso il comportamento differente dei comuni.

Il Ministero, chiarito che la TARI, istituita con la legge di stabilità del 2014, è costituita da una parte fissa, commisurata alla superficie dei locali da tassare, ed una parte variabile, rapportata alla quantità di rifiuti conferiti, ha sciolto i dubbi sulla corretta imposizione sulle utenze domestiche.

La quota variabile deve essere riferita all’utenza e non ai locali, pertanto nel caso di abitazione e relative pertinenze, l’utenza è unica e quindi la quota variabile va computata solo una volta, mentre la quota fissa si calcola moltiplicando la superficie complessiva (abitazione e pertinenze) per la tariffa unitaria di riferimento.

Il Ministero ha anche fornito un esempio per meglio chiarire la questione. Si sono considerati due nuclei familiari (utenze) costituiti da tre componenti ciascuno, il primo occupante una abitazione di 100 metri quadri e il secondo una abitazione di 80 metri quadri e una cantina di 20 metri quadri.

Secondo le modalità corrette di calcolo, entrambi i nuclei familiari, residenti nello stesso comune, dovrebbero pagare lo stesso importo, poiché occupano la stessa superficie da tassare (100 metri quadri) e hanno lo stesso numero di componenti (tre). Qualora invece, per il secondo nucleo familiare, fosse stata erroneamente applicata la quota variabile sia per l’abitazione che per la cantina, nell’esempio del Ministero, scaturirebbe un maggior pagamento del 60% circa.

La Circolare, infine, chiarisce che i contribuenti che riscontreranno un errato calcolo, potranno chiedere al Comune il rimborso a partire dall’anno 2014, con una semplice istanza in carta libera. In caso di mancato riscontro entro 180 giorni, il contribuente potrà ricorrere alla Commissione Tributaria entro 60 giorni.

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