Riforma pensioni e Quota 100: si riaccende la dialettica, -25% per l’erogazione degli assegni tradizionali

I prepensionamenti con quota 100 continuano ad alimentare il dibattito con lo scontro tra coloro che sono a favore e chi non esprime fiducia in merito al nuovo provvedimento. L’ultima diatriba scoppia dopo un articolo del quotidiano La Repubblica: ecco perché.

Riforma pensioni e Quota 100: si riaccende la dialettica, -25% per l’erogazione degli assegni tradizionali

La nuova quota 100 torna al centro dei riflettori mediatici con un articolo del quotidiano “La Repubblica”, all’interno del quale si approfondiscono i dati Inps riguardanti le liquidazioni degli assegni avvenute nel corso del primo trimestre dell’anno. Il provvedimento, che garantisce l’accesso alla quiescenza a partire dai 62 anni di età e dai 38 anni di contribuzione, starebbe “agendo da “imbuto” rispetto alle altre domande di pensionamento.

Questo è quanto esposto all’interno di un articolo, che prende come riferimento le storie di alcuni pensionandi in attesa di risposta rispetto alla propria replica. Nel testo si legge che “nonostante l’Inps neghi” la situazione appena evidenziata, il quotidiano sarebbe entrato in possesso di un documento interno all’Inps, nel quale si evidenzia che le pratiche di pensionamento anticipato accolte risulterebbero diminuite del 22%.

Pensioni anticipate diminuite di un quarto: le possibili implicazioni della quota 100

Entrando nello specifico della questione, le pensioni anticipate con i criteri ordinari già presenti nel nostro ordinamento risulterebbero diminuite del 22%, mentre quelle di vecchiaia del 25,5%. Ecco quindi che si concretizzerebbero le proiezioni dell’inchiesta giornalistica, che parla appunto di un quarto di pratiche in meno.

In questo senso, se si effettua uno scorporo della quota 100 rispetto agli altri meccanismi di prepensionamento, emergerebbe che “quota 100 gode di una corsia preferenziale”, parafrasando quanto esposto all’interno dell’articolo di Repubblica. Una posizione che evidentemente non sarebbe condivisa dalla stessa Inps, visto che il Presidente entrante Pasquale Tridico aveva smentito qualsiasi accelerazione o preferenza nella gestione delle diverse domande di quiescenza.

La diatriba sembra comunque destinata a proseguire nei prossimi giorni: le diverse posizioni sulla vicenda restano infatti distanti, così come i giudizi dei cittadini potenzialmente interessati dalle misure. È evidente infatti che se da un lato chi rientra nell’opzione ha accolto con soddisfazione il provvedimento, coloro che ne restano esclusi per via dei criteri espongono i propri dubbi in merito all’inclusività della misura.

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