Riforma pensioni e Ldb2020: dall’ipotesi della Quota 101 all’assegno di garanzia

La questione delle pensioni contributive pure torna tra i temi chiave della riforma previdenziale. Nel frattempo arrivano nuove ipotesi di modifica per le uscite anticipate tramite al Quota 100.

Riforma pensioni e Ldb2020: dall’ipotesi della Quota 101 all’assegno di garanzia

Tra gli obiettivi del nuovo esecutivo per la riforma del settore previdenziale in favore dei giovani spicca la pensione di garanzia. Un provvedimento del quale si è già parlato molto in passato, ma che non ha mai trovato la possibilità di decollare realmente (principalmente per lo scarso senso di urgenza percepito rispetto alle altre “emergenze” comunque presenti nel sistema previdenziale pubblico).

Il problema riguarda in particolare coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995. Un anno che dal punto di vista previdenziale rappresenta un vero e proprio turning point, visto che fa scattare per il lavoratore la tagliola del sistema contributivo puro. Così facendo, l’assegno viene calcolato interamente sulla base degli effettivi versamenti e tramite l’applicazione di un coefficiente di conversione in rendita (che si riduce nel tempo anche in virtù dell’aspettativa di vita).

Nella pratica, il tutto si traduce in assegni particolarmente bassi soprattutto per chi ha avuto una carriera precaria o discontinua, cioè per chi rientra nelle fasce più deboli della popolazione. Tutto ciò senza considerare che il contributivo puro non prevede adeguamenti alla minima. Ecco quindi che dovrebbe entrare in funzione l’assegno di garanzia, un sistema in grado di offrire comunque una pensione utile a preservare un livello di vita dignitoso.

Pensioni anticipate e Manovra 2020: per la quota 100 possibile una revisione

L’altro punto chiave della riforma previdenziale che potrebbe essere messo in opera già all’interno della prossima legge di bilancio è la revisione della Quota 100 (che dovrebbe accompagnarsi al potenziamento dell’APE sociale ed alla proroga dell’Opzione Donna). Le ultime indiscrezioni al riguardo lasciano intendere che la misura non sarà cancellata, ma piuttosto rimodulata per recuperare importanti risorse.

Tra le ipotesi emerse nelle ultime ore anche il passaggio ad una ipotetica Quota 101, attraverso l’incremento del vincolo contributivo. In questo caso, per accedere bisognerebbe quindi maturare almeno 62 anni di età e 39 anni di versamenti (anziché i 38 anni previsti allo stato attuale). Una seconda ipotesi prevede invece di aumentare l’età anagrafica fino ai 64 anni di età. Oppure di anticipare la scadenza dell’opzione al 2020 anziché al termine previsto con la legge di bilancio 2019 (fissato al 31 dicembre del 2021).

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