Riforma pensioni e Finanziaria 2020: la chimera della Quota 41 e le richieste dei lavoratori precoci

Nella discussione riguardante la necessità di flessibilizzare l’accesso alle pensioni resta da sciogliere il nodo dei lavoratori precoci, che chiedono da tempo la Quota 41 per tutti, scontrandosi contro la rigidità della legge Fornero.

Riforma pensioni e Finanziaria 2020: la chimera della Quota 41 e le richieste dei lavoratori precoci

Il tema della flessibilità nell’accesso alla pensione continua a restare uno dei principali nodi da sciogliere per quanto concerne le regole di accesso all’Inps. Alla flessibilizzazione del mercato del lavoro avvenuta negli scorsi anni non è infatti seguita un’altrettanto necessaria flessibilizzazione dei criteri di pensionamento, che anzi si sono costantemente irrigiditi.

A farne le spese sono stati anche i cosiddetti lavoratori precoci, persone che hanno iniziato a lavorare in giovane o giovanissima età e che si sono visti costantemente alzare l’asticella degli anni di anzianità contributiva da maturare per poter ottenere l’agognato accesso all’Inps. La situazione al giorno d’oggi prevede infatti il raggiungimento di almeno 42 anni e 10 mesi di lavoro (un anno in meno per le donne), con l’unica consolazione di vedersi bloccare l’ultimo adeguamento all’aspettativa di vita.

L’opzione prevede però una finestra di tre mesi d’attesa dopo la maturazione dei requisiti di pensionamento, sebbene non sono previsti ulteriori vincoli o l’applicazione di penalizzazioni al calcolo dell’assegno (che avviene con il sistema misto).

I lavoratori precoci chiedono l’estensione della quota 41 per tutti

Tra le misure di tutela pensate in modo specifico per una parte della platea dei lavoratori è però disponibile la cosiddetta Quota 41, un’opzione che attualmente permette di accedere all’Inps con 41 anni di versamenti se si possiedono 12 mesi di contributi versati prima del 19mo anno di età.

Allo stesso tempo, il lavoratore dovrà rientrare all’interno di una delle situazioni di disagio previste dal legislatore, ovvero disoccupazione da almeno 24 mesi, assistenza a familiari con handicap grave, invalidità lavorativa uguale o superiore al 74%, o svolgimento di una mansione gravosa o usurante correttamente riconosciuta. 

Anche su questa misura è stata bloccato l’adeguamento all’aspettativa di vita, ma i lavoratori precoci chiedono di estendere da tempo la Quota 41 per tutti. Un proposito sul quale si sono moltiplicate le promesse della politica negli ultimi anni, ma che nonostante tutto continua purtroppo a restare una chimera nel nostro sistema previdenziale.

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