Riforma pensioni 2019, confermata la flat tax al 7% per i trasferimenti al Sud

Tra le novità sulle pensioni previste dalla legge di bilancio 2019 c’è anche una speciale tassa piatta dedicata agli assegni erogati da enti stranieri per le persone fisiche che si trasferiscono nell’Italia meridionale: ecco i dettagli dell’operazione.

Riforma pensioni 2019, confermata la flat tax al 7% per i trasferimenti al Sud

Dall’approvazione della nuova Manovra 2019 arriva un’importante novità riguardante l’incentivazione dei trasferimenti dei pensionati stranieri nelle aree svantaggiate del Sud Italia. La legge n.145 del 2018 presenta infatti all’art. 1 (comma 273) la possibilità per le persone fisiche con redditi previdenziali riferibili a enti pensionistici stranieri la possibilità di beneficiare di un’agevolazione fiscale sui redditi, purché spostino la propria residenza all’interno di un Comune appartenente alle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Sardegna, Sicilia o Puglia, con esclusione dei centri urbani con popolazione superiore alla soglia dei 20mila abitanti).

La nuova legge prevede l’applicazione di una tassa forfettaria caratterizzata da un’aliquota fissa del 7%, con evidenti vantaggi dal punto di vista delle aliquote ordinarie applicate ai redditi. L’idea è però quella di far ripartire l’economia locale delle aree disagiate con il gettito indiretto che si verrà a creare grazie ai nuovi consumi a partire dalla valorizzazione del parco immobiliare, visto che l’obbligo di residenza comporta la locazione o l’acquisto di un nuovo immobile.

Agevolazione sulle pensioni straniere con tassa fissa al 7%

Dal punto di vista operativo bisogna sottolineare innanzitutto che la nuova agevolazione è rivolta sia ad italiani che a stranieri, purché l’assegno pensionistico sia erogato da un ente previdenziale estero. Questo significa che non si potranno venire a creare profili di scorrettezza fiscale tra pensionati che percepiscono l’assegno previdenziale da parte dell’Inps o di un ente sostitutivo. Nel caso di chi rientra dall’estero avendo lavorato anche in Italia, l’agevolazione riguarderà solo la parte di contributi riferibile all’ente previdenziale straniero.

Per potersi avvalere di questa possibilità, il contribuente dovrà dare seguito all’apposita opzione all’interno della dichiarazione dei redditi, mentre quest’ultima (una volta attivita) avrà validità quinquennale. Per quanto concerne invece i vincoli di fruibilità, si prevede l’esclusione di coloro che sono stati residenti in Italia negli ultimi cinque anni. Inoltre, l’opzione è esercitabile solo da coloro che si trasferiscono da nazioni con le quali sono in corso accordi di cooperazione amministrativa, affinché possa esserci un trasferimento di informazioni rispetto alle diverse amministrazioni fiscali.

Con la scelta si perde anche la possibilità di effettuare deduzioni e detrazioni, mentre il versamento avviene attraverso un’unica soluzione seguendo gli stessi termini delle imposte ordinarie sui redditi. La revoca dell’agevolazione è sempre possibile da parte del contribuente, ma restano validi gli effetti prodotti per i periodi precedenti alla modifica.

Continua a leggere su Fidelity News