Reddito di cittadinanza: in partenza 120mila chiamate, ecco perché c’è il rischio sanzione

Dai centri per l’impiego sono in partenza le prime telefonate ai percettori del reddito di cittadinanza. Si entra nel vivo della fase attiva per chi è chiamato a dimostrare di impegnarsi nella ricerca di un nuovo lavoro.

Reddito di cittadinanza: in partenza 120mila chiamate, ecco perché c’è il rischio sanzione

Parte la fase 2 del reddito di cittadinanza, con la conseguenza di oltre 120mila chiamate in fase di arrivo per una parte dei beneficiari della misura. Dopo la chiusura del concorso per navigator e l’inserimento di nuove risorse all’interno dei centri per l’impiego, arriva infatti il momento di entrare nel vivo del provvedimento (che prevede il reinserimento lavorativo del percettore del sussidio). È a questo punto che si arriverà a comprendere se il nuovo assegno di welfare avrà effettivamente un’efficacia anti-divano.

D’altra parte, finito il concorsone ed il periodo di formazione dei navigator, si arriva alla resa dei conti sul funzionamento del reddito di cittadinanza. I centri per l’impiego coinvolgeranno nell’immediato circa il 24% della platea iniziale e convocherà i percettori avviando la sottoscrizione degli ormai noti patti di lavoro.

In realtà la norma che regolava il nuovo meccanismo di welfare prevedeva una partenza sprint delle convocazioni. Infatti, le chiamate si sarebbero dovute concretizzare entro 30 giorni dalla percezione del beneficio. Un passaggio che in tutta evidenza non è risultato possibile per via della mancanza di personale, visto il meccanismo che ha portato all’assunzione dei navigator.

Per chi non si presenta all’appuntamento c’è il rischio sanzione

Esaminando la questione dal punto di vista dei percettori del reddito di cittadinanza, il passaggio appare preminente perché la mancata risposta alla richiesta di appuntamento da parte del navigator non risulterà senza conseguenze. Per i furbetti o per chi non dovesse comunque rispondere alla convocazione, sono previste infatti penali e sanzioni.

Si parte infatti dalla sospensione dell’erogazione del sussidio applicata a chi perderà il primo colloquio. Qualora la situazione di inadempienza dovesse perdurare anche di fronte al secondo colloquio, si dovrà rinunciare all’erogazione di due mensilità del reddito di cittadinanza. Sanzioni saranno presenti anche nel caso in cui non tutti i membri del nucleo familiare rientranti nella fase attiva dovessero rispondere correttamente alle chiamate. Insomma, quello che prenderà forma nei prossimi giorni è un vero e proprio piano “anti furbetti”, che per altro era stato annunciato già negli scorsi mesi.

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