Reddito di cittadinanza e Manovra al Senato: slitta anche la misura di welfare

Si prospetta anche per il reddito di cittadinanza (così come per la quota 100) uno slittamento della discussione fuori dalla Manovra: manca ancora un accordo politico sui tempi.

Reddito di cittadinanza e Manovra al Senato: slitta anche la misura di welfare

La legge di bilancio 2019 passa al Senato, ma i nodi riguardo i nuovi assegni di welfare previsti nel contratto giallo-verde restano ancora da sciogliere. La questione sembra essere diventata prettamente politica e riguarda in effetti il confronto interno alla maggioranza in merito a come distribuire le risorse disponibili, stante la necessità di intervenire per ridurre il budget complessivo della Manovra.

Non è un mistero infatti che nella versione originale il reddito di cittadinanza e le pensioni anticipate tramite la quota 100 presentavano stime di costo all’incirca per 15-16 miliardi di euro. Troppi se confrontati con le richieste di Bruxelles (da dove si domanda di ripensare la legge di bilancio con una spesa inferiore di circa 8 miliardi). Ecco spiegato perché il Governo si trova a confrontarsi su come distribuire i tagli mantenendo comunque in essere i provvedimenti e senza indietreggiare rispetto alle promesse fatte agli elettori.

Il punto sul reddito di cittadinanza e sull’effettivo avvio della misura

Al momento le ultime informazioni sul reddito di cittadinanza riferiscono di una possibile partenza della misura a partire dal prossimo mese di aprile 2019. L’opzione di welfare prenderebbe piede in discontinuità rispetto al Reddito di Inclusione attualmente in corso (Rei), ma proprio questo punto sembra destare preoccupazione dal punto di vista operativo.

La questione riguarderebbe anche le competenze attualmente assegnate ai servizi sociali comunali, che verrebbero in parte spostate verso i Centri per l’impiego. Tutto ciò considerando che, rispetto ai 5 milioni di persone a cui sarebbe destinato il provvedimento, solo il 25% avrebbe possibilità concrete di reinserirsi, seguendo le statistiche offerte dai migliori casi di studio dei partner europei.

In questo senso, le competenze multidisciplinari attualmente possedute dai servizi sociali comunali difficilmente potrebbero essere sostituite nel breve periodo dai centri per l’impiego. È chiaro quindi che, al di là dei tempi di discussione parlamentari per l’approvazione della misura, difficilmente sarà possibile arrivare ad ogni potenziale destinatario già nel corso del 2019.

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