Reddito di cittadinanza 2021, i nuovi dati INPS: a gennaio 1,2 milioni di famiglie beneficiarie

Gli ultimi dati sul reddito di cittadinanza evidenziano la platea delle famiglie coinvolte a gennaio 2021. Oltre 2,8 milioni di persone complessivamente hanno beneficiato dell’assegno di welfare.

Reddito di cittadinanza 2021, i nuovi dati INPS: a gennaio 1,2 milioni di famiglie beneficiarie

Il reddito di cittadinanza continua a rappresentare un vero e proprio pilastro dell’attuale sistema di welfare. Mentre in molti si interrogano sui possibili interventi correttivi che saranno adottati dal governo Draghi, l’Inps fa il punto della situazione rispetto ai beneficiari attivi della misura diffondendo i dati relativi al mese di gennaio 2021. Secondo quanto si apprende dall’Osservatorio dell’istituto, lo scorso mese 1,2 milioni di nuclei familiari hanno ricevuto il reddito di cittadinanza.

Complessivamente, se si contano tutte le persone coinvolte (componenti le famiglie destinatarie), si stimano 2,8 milioni di persone beneficiarie. Mentre per quanto riguarda l’assegno medio percepito, il dato è stimato a 573 euro al mese. Rispetto invece alle pensioni di cittadinanza, i nuclei familiari beneficiari sono stimati in 115mila. In questo caso l’importo medio corrisponde a 240 euro al mese.

Nelle osservazioni dell’ente pubblico di previdenza si evidenzia anche la distribuzione geografica del beneficio di welfare. In particolare, la regione che ha visto il maggiore afflusso di assegni è la Campania con il 21% dei pagamenti. Segue la Sicilia al 18%. Anche gli importi medi percepiti sono più alti rispetto alla media, ovvero di 617 e 598 euro.

Reddito e pensioni di cittadinanza: manca ancora il collegamento con il mondo del lavoro

Il quadro appena riportato evidenzia l’importanza di questo strumento di welfare in un momento complicato come quello attuale, nel quale si continuano a sperimentare le gravi conseguenze della pandemia da coronavirus sul lavoro e sul tasso di esclusione sociale. Purtroppo, proprio questi ultimi due punto sono quelli più controversi rispetto all’andamento del reddito di cittadinanza.

Il nuovo governo dovrà occuparsi di una riforma che riesca davvero a incidere sul reinserimento lavorativo dei beneficiari. Anche perché senza un intervento efficace in tal senso, il rischio è di vanificare uno degli scopi con cui è nato questo strumento, ovvero quello di dare un sostegno utile alle persone disoccupate di lungo termine al fine di poter tornare a giocare un ruolo attivo nella società.

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