Reddito di cittadinanza 2019, focus requisiti e regole: massimo 3 rifiuti su proposte di lavoro

Il nuovo reddito di cittadinanza è alle porte, ma non sarà un sussidio a pioggia: tra le regole per poterlo mantenere ci sarà l’impegno ad accettare un lavoro in caso di proposta.

Reddito di cittadinanza 2019, focus requisiti e regole: massimo 3 rifiuti su proposte di lavoro

Diventa ogni giorni più chiaro il quadro di regole che caratterizzano il nuovo reddito di cittadinanza, in avvio con la legge di bilancio 2019. Nelle sue ultime dichiarazioni il Ministro del Lavoro Luigi Di Maio ha confermato il procedere dei preparativi (con la stampa di 5 o 6 milioni di tessere da distribuire ai cittadini in corso di ultimazione), ma per poter mantenere il beneficio sarà richiesto un impegno continuo da parte dei potenziali percettori.

“Solo chi accetta di impegnarsi in questa formazione per tutta la giornata e contestualmente di fare 9 ore settimanali di lavori di pubblica utilità per il Comune di residenza avrà diritto al reddito” ha spiegato l’esponente pentastellato del Governo, ricordando che una volta ottenuto il sussidio sarà necessario impegnarsi per riuscire a mantenerlo, pena la perdita dell’assegno.

Il reddito di cittadinanza: formazione e impegno al lavoro

Da notare che il percettore del reddito di cittadinanza avrà una possibilità limitata rispetto alla scelta di rifiutare un’offerta di lavoro in grado di renderlo autonomo (rispetto al beneficio) dal punto di vista delle proprie entrate. Questo per evitare che il sussidio venga considerato come una forma di sostentamento a lungo termine, indipendentemente dalla ricerca attiva di un impiego.

Su questo punto Di Maio conferma che saranno solo tre i possibili rifiuti a delle proposte di  lavoro considerate congrue per mansione e per macroarea territoriale (sembra invece essere stato messo da parte il criterio precedentemente espresso per distanza chilometrica rispetto alla propria residenza). Secondo l’esponente del Governo, oltre il terzo diniego si dovrà considerare la volontà della persona di non formarsi e di non attivarsi nel mercato del lavoro.

Il vincolo dovrebbe servire anche ad evitare un secondo rischio, ovvero quello di elargire il reddito di cittadinanza a chi in realtà decide di prestare la propria attività in nero. Una situazione che non potrà verificarsi per mancanza di tempo, conclude di Maio, indicando gli impegni formativi e di ricerca occupazionale ai quali saranno chiamati ad adempiere i potenziali destinatari.

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