Recovery Fund: all’Italia più sussidi del previsto

I tecnici del governo hanno rivisto le stime del Recovery Fund e all'Italia spetteranno non 81,4 miliardi, ma ben 87,4. Si tratta del Paese con maggior beneficio netto dell'intera UE.

Recovery Fund: all’Italia più sussidi del previsto

I tecnici dunque calcolano che i trasferimenti a fondo perduto per il nostro Paese saranno 87,4 miliardi e non 81,4, ovvero 6 miliardi in più di quelli calcolati dopo il lungo braccio di ferro tra il Presidente del Consiglio Conte e i cosiddetti “frugali” e anche della prima proposta presentata a Maggio dalla Commissione Europea.

Il beneficio netto del nostro Paese sarà di 46 miliardi, il maggiore tra tutti i membri europei, mentre spetterà a Francia e Germania far fronte ai costi netti maggiori. 

I numeri comunicati dal Premier al momento non sono messi nero su bianco: si tratta di stime che hanno fatto seguito al vertice di Bruxelles. I prestiti potrebbero sfiorare il 6,7% del reddito nazionale lordo di ogni membro, mentre per i sussidi i calcoli sono basati su criteri stabiliti dai capi europei. L’Italia è il Paese più colpito dal Covid-19, quindi quello più favorito dagli aiuti  

Il Fondo per la ripresa e la resilienza, pari a 672,5 miliardi sui 750 totali, sarà diviso tra il 2021 e il 2022 in base alla popolazione, al tasso di disoccupazione medio tra il 2015 e il 2019 e al prodotto interno lordo pro capite.

Nel 2023 il tasso di disoccupazione 2015-2019 sarà soppiantato dal prodotto interno reale del 2020 e dalla perdita totale degli anni 2020-2021. Essendo l’Italia il Paese maggiormente colpito dalla pandemia, questo significa che sarà quello più favorito, anche perché il crollo del Pil sarà maggiore rispetto agli altri Paesi.

A fronte del crollo del Pil spetteranno all’Italia ben 87,4 miliardi, 73,4 a valere sul Fondo per la ripresa e la resilienza, inizialmente previsto per soli 63 miliardi. 

Calcolo sul costo netto per ogni membro 

Il costo netto o beneficio per ogni Stato europeo sarà calcolato sulla differenza tra i trasferimenti a fondo perduto e il contributo al rimborso del debito; la stima degli oneri di rimborso dipenderà tuttavia dalle nuove risorse proprie, come carbon tax, tassa sulla platica, ecc, che saranno realmente introdotte, in modo che si possa ripagare autonomamente parte del debito. 

Si possono fare esclusivamente delle stime per capire quanto ogni Paese potrà contribuire a versare in base a una media delle entrate nel bilancio europeo dai vari membri tra il 2014 e il 2018. 

Il contributo italiano dovrebbe essere di 41,5 miliardi, con un beneficio netto di 46 miliardi, ovvero il 2,6% del Pil del Paese, quello maggiore rispetto a tutti i membri. Seguono Spagna e Grecia, mentre la Germania contribuisce per 105,4 miliardi, prendendone solo 26, la Francia 29,8 e l’Olanda 18,1.

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