Quota 100 e Reddito di cittadinanza: la Cgia punta il dito, perché più costose delle misure contro il coronavirus

La spesa dello Stato per la Quota 100 ed il reddito di cittadinanza risulta maggiore delle coperture messe a disposizione per la ripresa dell’economia dopo la crisi del coronavirus. La Cgia lancia un nuovo allarme: ecco i dettagli.

Quota 100 e Reddito di cittadinanza: la Cgia punta il dito, perché più costose delle misure contro il coronavirus

Dalla Cgia di Mestre arriva un nuovo allarme rispetto alle misure anticrisi varate dal governo ed alla limitatezza delle risorse messe in campo, soprattutto se confrontate con alcuni provvedimenti recenti approvati per il welfare ed il comparto previdenziale. Secondo il coordinatore dell’Ufficio Studio della Cgia, Paolo Zabeo, le risorse messe in campo potrebbero non risultare adeguate, soprattutto davanti a quella che si prospetta come “una recessione pesantissima” per l’economia italiana.

Il problema riguarda in particolare la distribuzione delle risorse. Secondo l’esponente della Cgia, per garantire “un sussidio a chi è poco interessato a trovarsi un lavoro o vuole andare in pensione in anticipo” l’esecutivo ha stanziato 12,3 miliardi di euro, mentre per replicare alla crisi del coronavirus sono stati messi a disposizione appena 7,5 miliardi. 

Il rapporto tra i due stanziamenti mette quindi in evidenza non solo la contraddizione del caso, ma anche la limitatezza delle risorse impegnate finora al fine di superare una crisi che appare molto drammatica e tra le più gravi “degli ultimi 75 anni”.

Per la CGIA la recessione economica è ormai alle porte

A conferma del fatto che i riverberi economici della crisi dovuta al coronavirus non dovrebbero essere presi alla leggera vi è il fatto che ci troviamo davanti ad una “recessione economica ormai alle porte” e verso la quale occorre agire in fretta per aggredirne le potenziali conseguenze. Anche il segretario della Cgia, Renato Mason, lo conferma, spiegando che risulta ormai indispensabile “una manovra economica espansiva”.

L’obiettivo resta proprio quello di rilanciare la ripresa economica affrontando la crisi, anche garantendo importanti risorse ad un piano di investimenti che risultino pensati per il medio e lungo termine. Un passaggio che potrebbe venire realizzato a partire dallo sblocco delle opere pubbliche già oggetto di finanziamento e attualmente bloccate dalla burocrazia. Il tutto senza dimenticare che la PA deve assolvere ai propri obblighi di pagamento verso i propri fornitori.

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