Prezzo dei carburanti in salita inarrestabile

Nel corso del 2021 i prezzi dei carburanti hanno registrato un'impennata verso l'alto del 20% e per le famiglie italiane questo si tradurrà inevitabilmente anche in aumento dei prezzi di molti generi di consumo

Prezzo dei carburanti in salita inarrestabile

Come se non bastasse la stangata che arriverà dal 1 ottobre sulle bollette di luce e gas e che i provvedimenti adottati di recente dal governo riusciranno a mitigare solo in parte, da inizio anno il prezzo dei carburanti è in continua ascesa, dopo una parziale discesa durante il primo lockdown.

Il prezzo della benzina sta registrando i valori più alti mai registrati negli ultimi 4 – 5 anni. Quattordici euro e dieci centesimi in più per un pieno di benzina da 50 litri rispetto all’anno scorso, un rincaro da record del 20,3% e dodici euro e quarantasei centesimi in più un pieno di gasolio, con un aumento del 19,7%.

E’ stato calcolato che mediamente gli aumenti costeranno a una famiglia italiana da 300 a 350 euro l’anno. Connsiderando che, inevitabilmente, gli aumenti dei prezzi dei carburanti produrranno a catena conseguenze sui prezzi al dettaglio di molti prodotti, l’aggravio di spesa per le famiglie italiane sarà notevolmente più elevato.

La ragione principale dell’aumento dei prezzi della benzina è il mancato accordo tra i Paesi Opec sull’aumento della produzione di greggio durante il summit di Vienna, svoltosi lo scorso luglio. In particolare il contrasto tra l’Arabia Saudita, primo produttore di petrolio nel mondo e gli Emirati Arabi, produttori emergenti.

Questi ultimi, avendo effettuato enormi investimenti sui giacimenti di petrolio e gas, hanno chiesto di poter aumentare la produzione, esigenza manifestata anche da altri paesi produttori minori. Ma la richiesta è stata respinta da diversi paesi Opec, Arabia Saudita in testa. 

La sensazione è quella di essere presi in girolamenta l’associazione dei consumatori ADICONSUM “quando diminuisce il prezzo del petrolio, quello dei carburanti non cala perché ci raccontano che le scorte erano state fatte quando il costo della materia prima era alle stelle, mentre quando il prezzo del petrolio torna a salire, le scorte scompaiono misteriosamente. E a noi non resta altro che lamentarci”.

Sui prezzi dei carburanti pesano le speculazioni ma soprattutto l’IVA e le accise. Per ogni litro di carburante solo una minima parte è collegata al costo industriale. Una parte considerevole è legato alle tasse, che incidono per il 63,6% sulla benzina e il 60,4% sul gasolio. Tra queste anche le famose accise, spesso anacronistiche, come quella per finanziare la guerra d’Etiopia del 1935 o il terremoto del Belice del 1968

Le associazioni dei consimatori chiedono che il governo intervenga anche sul prezzo della benzina riducendo le accise.

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