Continuano a rincorrersi insistenti le voci di possibili dimissioni di Mario Draghi dalla presidenza della BCE. Secondo diversi organi di stampa l’attuale numero uno della Banca Centrale Europea sarebbe stanco delle continue opposizioni alla sua politica monetaria da parte dei rappresentanti tedeschi. Draghi sarebbe favorevole a misure di allentamento dell’attuale stretta monetaria per favorire la ripresa delle economie europee in maggiore difficoltà mentre i tedeschi continuano ad insistere sulle politiche di austerity e sul rispetto assoluto dei patti di stabilità.
Il Financial Times, uno dei giornali economico-finanziari più prestigiosi del pianeta, ha riportato diverse voci in merito avanzando perfino l’ipotesi di una candidatura di Mario Draghi alla Presidenza della Repubblica Italiana. In effetti, l’attuale presidente, Giorgio Napolitano, ha lasciato intendere la volontà di abbandonare la sua carica nel giro di breve tempo (si vocifera per fine anno). Draghi incarna senza dubbio il sostituto ideale, sia in termini di curriculum e levatura internazionale sia in termini di appoggio bipartisan da parte delle nostre forze politiche.
Mario Draghi, da parte sua, ha smentito le voci di sue possibili dimissioni sostenendo di voler continuare a guidare l’istituto di Francoforte. Nonostante ciò, le sue parole vengono interpretate come dovute affermazioni di circostanza mentre il suo pensiero in merito sarebbe rivolto in tutt’altra direzione.
Le reazioni da parte dei nostri politici inerenti la possibile decisione di Mario Draghi di abbandonare la BCE non si sono fatte attendere sebbene non ci siano prese di posizione ufficiali da parte dei singoli partiti. L’atteggiamento di fondo è di un sostanziale appoggio ad una sua candidatura alla Presidenza della Repubblica in quanto viene visto come una figura autorevole, sia nel panorama interno che su quello internazionale, oltre che garante delle pari opportunità tra i vari schieramenti. Nonostante ciò, molti commentatori (non ultimo il nostro Presidente del Consiglio, Matteo Renzi) preferirebbero continuare a vedere Mario Draghi seduto sulla poltrona più alta di Francoforte. In base ai loro ragionamenti, la figura di Draghi sarebbe molto più utile nell’attuale posizione che non alla guida del Quirinale in quanto costituisce una diga allo strapotere tedesco ed un argine alle politiche monetarie estremamente restrittive proposte dai teutonici.