Pensioni, torna il tormentone sulla reversibilità, ma toccarla sarà difficile

Arrivano nuove indiscrezioni sull’ipotesi di una stretta riguardo alle pensioni di reversibilità. Ma un intervento peggiorativo resta di difficile attuazione per la sua impopolarità.

Pensioni, torna il tormentone sulla reversibilità, ma toccarla sarà difficile

Periodicamente torna il tormentone della possibile stretta sulle cosiddette pensioni di reversibilità, con proposte di riforma che puntano a ridurre o calmierare i costi delle casse pubbliche rispetto alla possibilità di garantire un assegno ai superstiti. Un’ipotesi che era già emersa con il precedente esecutivo e che rappresenta un argomento spesso riproposto come una soluzione per garantire la sostenibilità del sistema.

L’idea di fondo (che si ripresenta) è quella di restringere la platea dei beneficiari, andando a ridurre (se non eliminare) questo istituto per chi possiede redditi e patrimoni tali da rendere il beneficio superfluo. Nella pratica, il passaggio di principio consisterebbe nel trasformare la misura da previdenziale ad assistenziale, garantendola in favore di coloro che ne hanno davvero necessità.

Attualmente invece la reversibilità è concessa indipendente dalla sussistenza di un importante reddito o patrimonio del superstite, con regole che la estendono al coniuge, ai figli e in alcuni casi anche ai familiari. L’assegno pieno viene concesso in determinate condizioni (con coniuge e figli a carico), mentre la riduzione oggi può arrivare a toccare il 50%. Nel caso però in cui la misura dovesse basarsi solo sull’ISEE, in molti potrebbero essere costretti a rinunciare all’emolumento.

Pensioni di reversibilità: resta difficile un qualsiasi intervento correttivo

Nonostante le numerose indiscrezioni circolate sui principali organi di stampa, la verità è che al momento resta difficile che possa prendere forma un cambiamento come quello citato all’interno delle regole che delimitano l’accesso alla pensione di reversibilità. Infatti, un eventuale e simile intervento di riforma si è da sempre scontrato contro la ferma contrarietà dei lavoratori e delle parti sociali.

Aggiungere al vincolo parentale un vincolo ISEE sembra quindi al di fuori di ogni possibile ipotesi d’intervento, tanto che ad oggi non è emerso alcun reale progetto politico di riforma in tal senso. E, proprio per l’impopolarità del provvedimento, sembra difficile che una proposta simile possa seriamente emergere nei prossimi mesi.

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