Pensioni: sempre meno richieste per quota 100, ma crescono i costi per gli assegni

Scendono le adesioni alle nuove pensioni anticipate tramite quota 100, ma non per questo cala anche la spesa complessiva per l’Inps. Nel 2021 il peso complessivo della previdenza supererà i 300 miliardi di euro.

Pensioni: sempre meno richieste per quota 100, ma crescono i costi per gli assegni

La questione dei costi relativi al sistema previdenziale pubblico continua a risultare centrale nell’attuale discussione sulla sostenibilità dei conti pubblici e sembra destinata a restare uno dei principali nodi da sciogliere anche rispetto a tematiche come la necessità di flessibilizzare l’accesso all’Inps. A dimostrarlo vi sono i dati delle adesioni alla quota 100, una misura disponibile a partire dal 2019 ed in grado di consentire il pensionamento a partire dai 62 anni di età e con almeno 38 anni di versamenti.

Secondo gli ultimi dati forniti dall’Istituto pubblico di previdenza, le adesioni al provvedimento risultano in forte calo ed a dimostrarlo vi sarebbero i circa 1,4 miliardi di euro liberati dagli accantonamenti previsti per sostenere i pensionamenti anticipati dei lavoratori. Nonostante ciò, la spesa complessiva delle pensioni risulta in continua crescita, oltre che destinata a superare i 300 miliardi di euro.

A mettere i numeri nero su bianco è stata proprio la nota di aggiornamento al Def rilasciata dal governo giallo-rosso negli scorsi giorni. All’interno si scopre che le proiezioni indicano una crescita della spesa previdenziale dagli attuali 295,5 miliardi di euro ai 304 miliardi del 2021-22. Il peso complessivo del settore sul Prodotto Interno Lordo sembra così destinato ad attestarsi fino al 15,9%.

Riforma pensioni 2020: la rigidità delle regole di accesso all’Inps e la prova dei conti

La partita che il governo dovrà giocare sul capitolo previdenziale si presenta quindi difficile. Per aprire i requisiti di accesso all’Inps (soprattutto per chi vive situazioni di disagio) sarà necessario mettere mano a difficili equilibri di bilancio. Nonostante ciò, risulta una necessità inevitabile dare risposte a lavoratori che vivono situazioni di disagio (a volte persino paradossali) e che sono rimasti imbrigliati nelle maglie della legge Fornero.

Le richieste di tutela e salvaguardia sono numerose. Dalla proroga dell’APE sociale e volontaria alla quota 100 rosa, dall’opzione donna alla salvaguardia degli esodati, fino all’estensione della quota 41 per i lavoratori precoci e alla pensione di garanzia per i giovani. Se la coperta è corta, risulta chiaro che molto dipenderà dalla riorganizzazione delle risorse, in modo da garantirne un flusso maggiore laddove queste risultino effettivamente necessarie.

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