Pensioni Quota 100: presentate quasi 123mila domande di accesso

Cresce il numero di pratiche per l’accesso alla pensione tramite la quota 100, il nuovo meccanismo di quiescenza che permette di lasciare il lavoro dai 62 anni di età e con 38 anni di versamenti. Sindacati critici, nel 2019 raggiunta metà platea.

Pensioni Quota 100: presentate quasi 123mila domande di accesso

Arrivano nuovi dati in merito al meccanismo di pensionamento anticipato avviato dal Governo con la legge di bilancio 2019. Il riferimento va alla quota 100, che consente ai lavoratori con almeno 62 anni di età e 38 anni di contribuzione di accedere in modo agevolato all’Inps attraverso una sperimentazione di natura triennale. Il provvedimento ha registrato fin dall’inizio della propria operatività numeri crescenti, tanto che nell’ultima rilevazione statistica offerta dall’Inps si sono conteggiate quasi 123mila domande di accesso (il numero preciso corrisponde a 122889).

Il dato è aggiornato al pomeriggio del 23 aprile ed è stato confermato dallo stesso Presidente entrante dell’Inps Pasquale Tridico, attraverso un intervento su Radio Capital. “Abbiamo avuto 122 mila domande per quota 100 in primo trimestre” ha sottolineato l’economista, spiegando di attendersi “che alla fine di quest’anno il dato possa quasi triplicarsi, ma non penso che saremo lontani dalla stima Inps di 290mila”.

La replica della CGIL: nel 2019 non si raggiungerà neanche la metà della platea potenziale

Se da un lato i dati rilevano un numero crescente di domande d’accesso, dai sindacati si esprime perplessità rispetto alla reale portata dell’operazione. E’ in particolare la Cgil ha spiegare che secondo le stime, nel corso del 2019 non si riuscirà a raggiungere neanche metà della platea potenzialmente coinvolta.

La proiezione deriva dal responsabile della previdenza pubblica per la CGIL Ezio Cigna, secondo il quale le domande effettivamente accolte nel 2019 saranno circa 128mila, ovvero 162mila in meno rispetto alle stime del Governo. Oltre a ciò, nel triennio la differenza rischia di diventare ancora più marcata, perché si arriva a circa 325mila prepensionamenti contro i 973mila stimati dall’esecutivo.

In questo modo, si determinerà anche un importante risparmio rispetto alle risorse poste a copertura del provvedimento. “Non saranno utilizzati 7 miliardi e 200 milioni” rispetto ai 21 miliardi di euro appositamente accantonati, spiega Cigna, facendo il punto della situazione sul reale impatto della misura.

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