Pensioni: quota 100 ha i giorni contati, ma un’altra legge ancora non c’è

A fine anno termina la sperimentazione triennale di Quota 100 introdotta dal governo Conte 1 e fortemente voluta dalla Lega. Cosa accadrà il 1 gennaio 2022 se non verrà sostituita da un provvedimento ad hoc?

Pensioni: quota 100 ha i giorni contati, ma un’altra legge ancora non c’è

Sul versante pensionistico, quota 100 (e cioè la possibilità di uscire dal mondo del lavoro avendo raggiunto, sommando anni di contribuzione e età anagrafica (minimo 62 anni), una quota pari almeno a 100, seppure con penalizzazioni sulla futura pensione), sta andando in scadenza a fine anno, essendo giunta a termine la sperimentazione triennale introdotta nel 2019 dal governo Conte 1 su pressione della Lega.

In mancanza di un provvedimento che la sostituisca, tornerebbe in vigore la tanto contestata legge Fornero e i lavoratori prossimi alla pensione si troverebbero dall’oggi al domani davanti a uno “scalone” che comporterebbe il dover restare al lavoro ancora diversi anni prima di raggiungere l’agognato traguardo della pensione.

Per scongiurare questo pericolo, il Ministro dell’Economia Daniele Franco ha dato assicurazione, in occasione della presentazione del rapporto OCSE, che si troverà una soluzione equilibrata con la prossima legge di bilancio.  

Tra la fine del 2021 e l’inizio del prossimo anno avremo un forte cambiamento nei requisiti di pensionamento, e quota 100 scadrà. Siamo consapevoli che alcuni settori economici affrontano difficoltà, sono aspetti da tenere in considerazione. Dobbiamo discuterne nel Governo ma sono fiducioso che l’esecutivo troverà una soluzione equilibrata nella prossima legge di bilancio”. Sono parole, quelle del ministro, che suonano inequivocabilmente come una bocciatura della quota 100 e il fatto che ci siano già delle ipotesi alternative sul tavolo azzera qualsiasi possibilità proroga o di revisione.

Ma su questa che per ora è solo una ipotesi di lavoro il governo è compatto? C’è motivo di dubitarne. Salvini , sull’argomento, ieri ha dichiarato: “Nei prossimi mesi si parlerà di riforma delle pensioni, qualcuno proverà a tornare alla legge Fornero, noi faremo le barricate dentro e fuori al Parlamento per evitarlo”.

A conferma che, per il momento, una nuova regolamentazione è ancora lontana e che l’esecutivo e le parti sociali non si sono ancora parlate, sono arrivate anche le parole del segretario generale della CGIL Landini: “Il problema non è solo il superamento di quota 100, che di per sé è un problema. Ma il tema è se si introduce un sistema flessibile con cui si può uscire a partire dai 62 anni, se si riconosce la diversità dei lavori.

Oggi come oggi una possibile soluzione di compromesso potrebbe essere quella di una proroga dell’Ape sociale, ampliando il bacino delle attività cosiddette “usuranti” e di una diversa configurazione dell’Opzione donna.

Ma bisogna fare in fretta perché i tempi per intervenire sono stretti. Attualmente, secondo l’OCSE, la spesa legata alle pensioni toglie fondi agli investimenti e alle infrastrutture, all’istruzione e alla formazione, penalizzando soprattutto i giovani.

Già a giugno di quest’anno la Corte dei Conti, nel rapporto 2021 sul coordinamento della finanza pubblica, aveva impresso uno stop imputando in particolare a Quota 100 di aver contribuito alla crescita della spesa previdenziale, concludendo che ciò poteva rappresentare un rilevante elemento critico per i conti pubblici.

Con buona pace dei suoi difensori a oltranza, la sorte di Quota 100 appare segnata. 

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