Pensioni: per Tridico (Inps) il sistema previdenziale è sostenibile

Il presidente dell’Inps Pasquale Tridico interviene sul dibattito in corso relativo alla sostenibilità delle pensioni italiane, richiamando alla distinzione tra previdenza e assistenza.

Pensioni: per Tridico (Inps) il sistema previdenziale è sostenibile

La sostenibilità delle pensioni italiane non è da mettere in dubbio. Lo afferma il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, rispondendo indirettamente ai dubbi sorti dopo alcune ricerche di mercato che indicavano il superamento del numero complessivo dei pensionati rispetto a quello dei lavoratori. La dialettica accesa che ne è seguita ha riportato ancora una volta l’attenzione sul comparto previdenziale e sulla tenuta generale del sistema.

Sulla questione risulta dirimente comprendere le pieghe del bilancio e dei costi effettivamente sostenuti per garantire l’erogazione degli assegni, facendo particolare attenzione al settore di provenienza di quest’ultimi. Attualmente, il comparto si mantiene in equilibrio, visto che il rapporto tra entrate contributive e uscite pensionistiche risulta stabile. Quest’ultimo calcolo è però eseguito al netto degli interventi di welfare erogati dalla stessa Inps.

Infatti, per comprendere quali sono i limiti dell’attuale situazione, è importante distinguere tra assistenza e previdenza. Ed oltre a ciò, è importante anche comprendere come funziona il meccanismo di calcolo degli assegni all’interno del sistema contributivo che caratterizza il calcolo della rendita per i lavoratori che accedono alla quiescenza.

Pensioni e sostenibilità del sistema nei prossimi anni: ecco la principale rigidità secondo Tridico

Stante la situazione appena descritta, secondo Tridico bisogna considerare che “la sostenibilità finanziaria è assicurata, meno la sostenibilità sociale”. Questo perché “il sistema è legato a coefficienti di conversione dell’aspettativa di vita che non sono individuali, ma risultati da medie”. In tal senso, “i coefficienti dell’aspettativa di vita riflettono le condizioni sociali, del lavoro e di provenienza dei lavoratori”. Un fattore che, per l’economista alla guida dell’Inps, rappresenta “una delle principali rigidità” del settore previdenziale. 

Tutto ciò tenendo presente che l’attuale trend prevede nei prossimi anni un aumento del numero dei pensionati e una contestuale discesa del numero dei lavoratori (e quindi dei contribuenti che effettuano versamenti nelle casse dell’ente previdenziale). Su come intervenire in merito a questo squilibrio, si giocherà la partita della sostenibilità dell’Inps nei prossimi anni.

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