Pensioni ordinarie e anticipate: ecco età e contributi necessari per uscire dal lavoro nel 2021

Mentre prosegue la discussione sulla riforma delle pensioni, in molti si domandano quali sono i criteri di accesso all’Inps nel 2021: ecco le informazioni chiave da sapere.

Pensioni ordinarie e anticipate: ecco età e contributi necessari per uscire dal lavoro nel 2021

Il dibattito in corso sulla flessibilità previdenziale dovrà determinare quali saranno le opzioni flessibili di uscita dal lavoro nei prossimi anni. A pochi mesi dal termine del 2020 sono però in molti a domandarsi quali sono i criteri utili per poter accedere all’Inps in via ordinaria nel corso del 2021. A tal proposito, è opportuno indicare che i requisiti della pensione di vecchiaia e di quella anticipata non cambieranno.

Iniziando dalla prima, a partire dal prossimo 1° gennaio la pensione di vecchiaia resterà disponibile per chi matura almeno 67 anni di età e 20 anni di contribuzione. Quest’ultimi possono essere  raggiunti anche ricorrendo a versamenti effettuati in diverse gestioni dell’ente pubblico di previdenza, tramite gli istituti della ricongiunzione o della totalizzazione. Gli addetti ai lavori gravosi possono invece accedere a partire dai 66 anni e 7 mesi facendo valere almeno 30 anni di contribuzione.

La pensione di vecchiaia per chi è inserito nel sistema contributivo puro (avendo quindi cominciato a versare a partire dal 1° gennaio 2021) si matura eventualmente con appena 5 anni di versamenti, ma in questo caso risulta necessario attendere il compimento dei 71 anni di età. In aggiunta, questi lavoratori possono ottenere l’assegno da 64 anni, purché siano presenti 20 anni di versamenti e contestualmente si percepisca una pensione non inferiore a 2,8 volte la pensione sociale.

La pensione anticipata nel 2021 secondo la legge Fornero

La riforma previdenziale del 2011 prevede anche la possibilità di accedere in via anticipata all’Inps senza alcun vincolo di tipo anagrafico. In questo caso, è necessario però aver maturato almeno 42 anni e 10 mesi di versamenti per gli uomini (un anno in meno viene richiesto per le donne).

Resta possibile usufruire anche della quota 41 avendo versato almeno 2132 settimane di contributi. Quest’ultimo caso è però previsto per coloro che possono far valere almeno un anno di versamenti all’età di 19 anni e che contemporaneamente rientrano nei casi di tutela previsti dalla legge (disoccupati, invalidi, caregiver o persone che hanno svolto attività gravose e usuranti).

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