Pensioni minime, il focus sull’aumento previsto per il 2019

Con l’arrivo del nuovo anno, l’esecutivo punta ad aumentare le minime fino alla soglia di 780 euro al mese per alcune specifiche categorie di persone: ecco come dovrebbe funzionare l’adeguamento.

Pensioni minime, il focus sull’aumento previsto per il 2019

Come facilmente immaginabile, il tema dell’incremento delle pensioni più basse continua a restare uno degli argomenti più dibattuti rispetto alla nuova riforma previdenziale. Il Governo ha infatti previsto per il 2019 un aggiornamento degli assegni per l’attuale soglia della minima (fissata a circa 507,00 euro) e per la pensione sociale (corrispondente ad oggi a 453,00 euro).

L’obiettivo dichiarato è di sostenere i redditi di chi si trova in situazioni di difficoltà, povertà o disagio, con un incremento massimo di 280,00 euro, che dovrebbe portare gli assegni più bassi fino al tetto delle 780,00 euro al mese. Le coperture per sostenere l’operazione dovrebbero arrivare dal taglio degli assegni d’oro, ma anche dalle risorse del Fondo Sociale Europeo.

Come dovrebbero funzionare gli aumenti delle pensioni minime previsti per il 2019

Entrando nel merito dell’operazione di aggiornamento degli assegni, dal punto di vista operativo sarà necessario innanzitutto individuare i potenziali beneficiari. Ovviamente, saranno esclusi i percettori di pensioni superiori a 780 euro al mese, oltre a coloro che possiedono un patrimonio ingente o altri redditi / rendite. Questo per fare in modo che le risorse siano effettivamente destinate a coloro che ne hanno realmente bisogno, piuttosto che diffuse “a pioggia” sull’intera popolazione di pensionati.

Per beneficiare della pensione di cittadinanza sarà infatti necessario rispettare una parte degli adempimenti già previsti anche per il reddito di cittadinanza, come nel caso della produzione del certificato ISEE. Sarà inoltre indispensabile aver compiuto almeno 67 anni di età, soglia che dovrà essere raggiunta non solo dal capofamiglia ma anche dagli eventuali altri conviventi (nel caso di nuclei familiari con più componenti).

Nella pratica, gli adempimenti dovrebbero comunque risultare più snelli rispetto a quelli previsti per il RdC, anche se per avere un quadro definitivo della situazione sarà necessario attendere la conversione definitiva del decretone in legge, con la conclusione dell’attuale dibattito parlamentare.

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