Pensioni, l’allarme di Fitoussi: è a rischio la tenuta sociale

Secondo il docente universitario francese il problema delle pensioni mette a rischio la tenuta sociale delle moderne democrazie e non riguarda solo il Paese transalpino.

Pensioni, l’allarme di Fitoussi: è a rischio la tenuta sociale

Le proteste degli ultimi giorni in Francia riguardo la riforma delle pensioni (ed il conseguente irrigidimento dei requisiti di accesso alla quiescenza) mettono in luce tutte le contraddizioni dei sistemi di welfare occidentali. La difficile sfida oggi consiste nel riuscire a mantenere in pareggio il bilancio mentre l’invecchiamento della popolazione porta sempre più persone ad uscire dal mercato del lavoro.

Questo fenomeno accade all’interno di un meccanismo di funzionamento della previdenza che funziona a ripartizione, laddove gli assegni pensionistici erogati attualmente sono garantiti dai versamenti di chi risulta ancora attivo. A dare un nuovo punto di vista sulla questione è stato recentemente il professore universitario francese Jean Paul Fitoussi, che ha fatto il punto sulla vicenda evidenziando innanzitutto le motivazioni che hanno portato a grandi manifestazioni di piazza in Francia.

Secondo il docente, le mobilitazioni sarebbero il risultato delle paure dei cittadini francesi “di perdere diritti sociali storici, ma anche una contestazione nel confronti del governo”. La popolazione non ha infatti fiducia nelle capacità dell’istituzione politica di trovare soluzioni rispetto all’attuazione di una profonda riforma del settore previdenziale che possa risultare davvero equa.

Sulle pensioni si gioca il braccio di ferro tra il taglio della spesa pubblica e l’impoverimento delle persone

Quello che si concretizza secondo Fitoussi è quindi un vero e proprio “braccio di ferro tra l’esigenza dello Stato francese di ridurre la spesa pubblica tagliando le pensioni e la reazione della gente, che si vede impoverita”. La paura diffusa nella popolazione sarebbe inoltre incrementata dal fatto che il meccanismo della riforma proposta da Macron non sarebbe di facile comprensione, elemento che tende a rendere ancora più complessa la difficile situazione.

D’altra parte, in Francia negli ultimi 25 anni si sono verificate già sette riforme del settore previdenziale, sempre con cambiamenti restrittivi rispetto ai requisiti di accesso alla pensione pubblica. Eppure, proprio il caso del Paese transalpino è da considerare emblematico. “Da 10 anni, costretta dall’Ue a ridurre costantemente diritti sociali e Welfare State, la Francia ha visto le sue performance economiche bloccate. E lo stesso avviene in molti altri paesi del vecchio continente” ha concluso Fitoussi, ricordando che questo modo di intendere il welfare non riuscirà a durare a lungo mantenendo al contempo l’attuale situazione di stasi. Anche per questo, “siamo sempre più vicino al punto di rottura sociale. Non solo in Francia”.

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