Pensioni, l’allarme della BCE: revisionare la legge Fornero rappresenta un rischio elevato

La Banca Centrale Europea mette in guardia l'Italia contro i rischi derivanti da un dietrofront sulla riforma delle pensioni. Ma il superamento della legge Fornero resta al centro del contratto di governo proposto dal nuovo esecutivo.

Pensioni, l’allarme della BCE: revisionare la legge Fornero rappresenta un rischio elevato

Si riaccende il dibattito con gli organismi internazionali in merito al superamento della legge Fornero. A puntare il dito contro una simile prospettiva è stata la Banca Centrale Europea, che all’interno di un dossier realizzato sul tema dell’invecchiamento della popolazione ha spiegato di ritenere elevato il rischio connesso ad un allentamento degli attuali criteri di quiescenza. 

Secondo l’istituto centrale è quindi fondamentale proseguire nello sforzo già intrapreso finalizzato a risanare i conti pubblici, rispettando così il patto di stabilità e favorendo il ritorno alla crescita del Paese. Una considerazione che per la BCE assume ancora più rilevanza nel caso delle economie nazionali caratterizzate da un elevato livello d’indebitamento.

D’altra parte, un ulteriore allentamento dei vincoli di bilancio rischierebbe di rendere “particolarmente vulnerabile” l’economia di Paesi come l’Italia, qualora ad esempio si verifichino nuove recessioni oppure eventi che potrebbero portare all’instabilità del settore finanziario.

Riforma pensioni 2018-2019: la ricerca della quadra da parte del nuovo Governo

La situazione non sembra quindi in discesa per il nuovo Governo, che ha pianificato un intervento correttivo di ampio respiro e che si trova al contempo a confrontarsi con rigidi criteri di bilancio. Tanto che sarebbero emersi i primi vincoli e paletti rispetto alle misure previste all’interno del contratto di Governo.

È così che la nuova quota 100, che dovrebbe partire già dalla legge di bilancio 2019, potrebbe prevedere al proprio interno un limite anagrafico che consenta l’uscita dal lavoro solo al raggiungimento dei 64 anni di età. Mentre la Quota 41, rimandata ad una fase successiva rispetto alla nuova Manovra, dovrebbe subire almeno un ricalcolo parzialmente contributivo (scenario per altro plausibile anche per la quota 100).

Vincoli che però rischiano di escludere diverse categorie di lavoratori dalla nuova riforma, deludendo una parte della platea a cui erano rivolte le misure di flessibilità. Insomma, la sfida sulle pensioni sembra destinata a proseguire sui binari di una dialettica molto accesa tra esponenti tecnici e politici.

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