Pensioni: in Italia la previdenza complementare fatica a decollare, ma l’assegno di scorta è fondamentale

I fondi pensione diventano sempre più basilari per potersi garantire un reddito adeguato in vecchiaia, ma le adesioni in Italia non appaiono ancora sufficienti e i giovani faticano ad iscriversi.

Pensioni: in Italia la previdenza complementare fatica a decollare, ma l’assegno di scorta è fondamentale

La pensione sarà sufficiente in età di vecchiaia? Sempre più italiani se lo stanno chiedendo. Se una volta il problema era riuscire ad accedere alla pensione pubblica in età non troppo avanzata, ora la questione appare anche più complessa. Oltre alle difficoltà di ingresso nell’Inps, molti lavoratori dovranno confrontarsi con assegni più bassi. Uno scenario nel quale diventa fondamentale aderire per tempo a un fondo pensione.

A fare il punto della situazione al riguardo è stato recentemente il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileone, riportando i dati reali che caratterizzano attualmente il comparto. In Italia appena un lavoratore su tre ha aderito alla previdenza complementare, mentre in Germania il tasso supera il 50%. Oltre a ciò, bisogna purtroppo sottolineare che i giovani italiani hanno tassi di adesione ancora più bassi al secondo pilastro pensionistico.

Il dato desta preoccupazione perché si tratta di lavoratori iscritti al sistema contributivo puro e che potranno usufruire di un tasso di sostituzione dell’ultimo stipendio tra il 40% e il 70%. La progressiva estensione del sistema contributivo richiederà infatti di lavorare sempre più a lungo e offrirà progressivamente assegni più bassi (considerando che i coefficienti di conversione in rendita sono adeguati all’aspettativa di vita).

Pensioni, in Italia il pilastro integrativo diventerà sempre più cruciale

Visto lo scenario appena descritto, per l’esponente della Fabi “la previdenza complementare sarà cruciale per assicurare la sostenibilità del sistema previdenziale pubblico e sarà importante per evitare un futuro di pensionati con vitalizi drammaticamente bassi”. Per questo motivo, il sindacato chiede di avviare al più presto una nuova campagna informativa e documentale, finalizzata a far crescere la consapevolezza dei cittadini rispetto ai rischi previdenziali.

Purtroppo al momento i fondi pensione non hanno ancora raggiunto la diffusione necessaria per poter espletare le proprie funzioni di tutela rispetto alla riduzione degli assegni pubblici. Un fattore che rischia di sommarsi alle conseguenze dell’attuale crisi economica, con effetti molto gravi nel lungo periodo.

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