Pensioni in emergenza: 8 milioni di italiani hanno assegni da meno di 1.000 euro

In Italia i pensionati in difficoltà sono milioni: tantissimi devono farsi bastare meno di 1.000 euro al mese di assegno, mentre chi percepisce la minima si ferma addirittura sotto i 600 euro.

Pensioni in emergenza: 8 milioni di italiani hanno assegni da meno di 1.000 euro

Il tema delle pensioni resta al centro del dibattito pubblico, mentre gli ultimi dati sui pagamenti degli assegni mettono in risalto tutta la fragilità insita nell’attuale sistema previdenziale. D’altra parte, il problema continua a rimanere attuale, governo dopo governo, mentre dalla Manovra Fornero in poi non vi è stata alcuna profonda riforma del settore.

La questione non è comunque facile da risolvere, visto che da un lato vi sono le necessità di welfare e di tutela previdenziale dei cittadini, mentre dall’altro l’Italia si trova alle prese con un debito pubblico che non accenna a diminuire e con una situazione dei conti che non sembra offrire vie di fuga. 

Il risultato è l’attuale situazione di stallo, che sembra destinata a ripercuotersi purtroppo sulle fasce più deboli della popolazione. A dimostrarlo sono i numeri, che evidenziano circa 8 milioni di italiani costretti a far fronte alle proprie esigenze quotidiane e a far quadrare i conti con un assegno inferiore ai 1.000 euro. Mentre per 2 milioni di italiani tale cifra scende addirittura al di sotto dei 600 euro, ricevendo una pensione minima attualmente ancorata alla cifra di circa 513 euro al mese.

Il riscontro del Global Retirement Index nel 2019

Stante la situazione appena evidenziata, che il nostro Paese sconti una difficile situazione dal punto di vista previdenziale lo evidenziano anche le ricerche internazionali, ed in particolare il Global Retirement Index per l’anno 2019. Secondo quanto indicato all’interno del dossier prodotto dai tecnici, il nostro Paese si posiziona circa alla trentesima posizione tra i 44 presi in esame.

Davanti a noi, ci sono nazioni come il Belgio, la Germania, ma anche la Finlandia. A pesare è la progressiva crescita dell’età media della popolazione, oltre all’elevata pressione fiscale (dovuta al debito pubblico). Proprio su quest’ultimo punto stanno insistendo con forza i sindacati, che chiedono il taglio del cuneo fiscale ed una forte detassazione degli assegni previdenziali.

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