Pensioni flessibili, nel 2019 confermati 5 diversi meccanismi di prepensionamento

Con la prossima approvazione del decreto legge sul pacchetto pensioni si confermano 5 opzioni di uscita flessibile dal lavoro in aggiunta alla quiescenza anticipata già disponibile tramite le regole della legge Fornero.

Pensioni flessibili, nel 2019 confermati 5 diversi meccanismi di prepensionamento

Le nuove opzioni di pensionamento anticipato in arrivo domani con il DL sul pacchetto di riforma della previdenza garantiranno cinque diversi meccanismi in grado di flessibilizzare l’uscita dal lavoro di molti lavoratori. Si tratterà in ogni caso di opzioni volontarie, sulle quali i potenziali aderenti dovranno riflettere con attenzione soprattutto per quanto concerne l’impatto delle misure sull’importo dei futuri assegni.

Se è vero infatti che il sistema otterrà maggiore flessibilità rispetto ai criteri ordinari di quiescenza della legge Fornero, bisogna anche considerare che l’anticipo potrebbe avere un costo rispetto all’emolumento percepito dal lavoratore. Il punto di partenza per ogni paragone è rappresentato quindi dalle due uscite dal lavoro attualmente disponibili in via ordinaria nel nostro sistema pensionistico, ovvero la pensione anticipata (con un’anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e un anno meno per le donne, fatta salva la sterilizzazione dell’adeguamento all’aspettativa di vita promessa dal Governo) e l’uscita di vecchiaia, ottenibile raggiunti i 67 anni di età e 20 anni di contribuzione.

Le 5 nuove opzioni di flessibilità

Tenendo a mente il quadro appena descritto, la nuova flessibilità previdenziale passerà innanzitutto per la Quota 100, prevista a partire dai 62 anni di età e dai 38 anni di contribuzione. L’opzione comporterà però una perdita sul valore dell’assegno a doppia percentuale rispetto alla pensione di vecchiaia. Anche la proroga dell’opzione donna prevede una simile decurtazione dell’assegno (in questo caso per via del calcolo contributivo puro), garantendo però l’accesso all’Inps a partire dai 58 anni di età per le lavoratrici del settore privato (un anno in più per le autonome).

La maggiore garanzia di tutela possibile la si ottiene invece rientrando nella platea dell’APE sociale, che prevede l’uscita dal lavoro a partire dai 63 anni di età e dai 30-36 anni di contribuzione, purché si rientri nei casi previsti dal legislatore. L’APE volontaria consente invece la quiescenza dalla stessa e con appena 20 anni di versamenti, ma in questo caso bisognerà accettare la decurtazione dell’assegno dovuta alla restituzione del prestito ponte collegato.

Infine, resta disponibile anche la cosiddetta Quota 41 per i lavoratori precoci che hanno accumulato almeno un’annualità di versamenti prima del 19mo anno di età e che rientrano tra le categorie previste dalla legge. In questo caso l’assegno è calcolato con il sistema misto ed erogato dopo tre mesi dalla maturazione dei requisiti.

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