Pensioni flessibili 2022: si va verso la quota 102

Le pensioni flessibili nel 2022 si concretizzeranno tramite la quota 102, che andrà a sostituire la quota 100 in scadenza il prossimo 31 dicembre 2021.

Pensioni flessibili 2022: si va verso la quota 102

Sulle pensioni flessibili nel 2022 trova conferma la quota 102, prevista all’interno della nuova legge di bilancio tramite uno stanziamento pensato in modo specifico per i lavoratori esclusi dalla quota 100. La conclusione della sperimentazione voluta dal precedente governo giallo-verde rischia infatti di creare uno scalone per coloro che non raggiungeranno i requisiti di prepensionamento attualmente in corso entro il prossimo 31 dicembre 2021.

L’esecutivo Draghi ha quindi deciso di creare un apposito stanziamento finalizzato a sostenere il nuovo meccanismo di prepensionamento. Questo prevederà l’uscita anticipata a partire dai 64 anni di età (anziché gli attuali 62 anni) e 38 anni di versamenti effettuati all’Inps. La misura risulterà valida per un anno, cioè per tutti coloro che matureranno i requisiti entro il 31 dicembre 2022. Resta inoltre confermata l’APE sociale e l’attuale quota 41, destinata ai lavoratori precoci che vivono situazioni di disagio.

Le proposte dei sindacati e i commenti in arrivo dalla politica sulle pensioni nel 2022

Sulla questione è attesa la replica dei sindacati, che avevano chiesto provvedimenti più ampi al governo. I provvedimenti in arrivo nella legge di bilancio puntano al graduale ripristino della legge Fornero, mentre le parti sociali domandano da tempo un ripensamento dei requisiti di accesso alla pensione. In particolare, chiedono l’uscita per tutti dai 62 anni di età o con 41 anni di versamenti. 

Il leader della Cgil Maurizio Landini ricorda inoltre la necessità di riconoscere il lavoro di cura e il gender gap, oltre che di avviare una pensione di garanzia per i lavoratori più giovani. Dalla politica, in particolare dalla Lega, arrivano commenti di soddisfazione per la quota 102. Il partito resta però fortemente contrario al progressivo ripristino delle regole avviate con la riforma del 2011. 

Il PD chiede di andare avanti nel dialogo con i sindacati e richiama all’unità del Paese, evitando contrapposizioni tra forze sociali e tra gli stessi lavoratori. Infine, Il Movimento 5 Stelle esprime la propria posizione tramite una proposta avanzata dal presidente Inps Pasquale Tridico e rilanciata nelle scorse ore da Beppe Grillo. Quest’ultima chiede di rendere possibile la pensione anticipata a tutti i lavoratori dai 63 anni di età per quanto concerne la parte contributiva dell’assegno. Garantendo al compimento dei 67 anni l’integrazione retributiva e quindi l’assegno pieno.

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