Pensioni, Elsa Fornero: "Occorre parlare il linguaggio della verità"

Secondo la Fornero, fuori della verità tutto è possibile, anche ingannare i cittadini: "Gentiloni e Padoan stanno facendo le scelte giuste. Il posto di lavoro non si sottrae a nessuno, va creato. Favorevole all'anticipo pensionistico per alcune categorie".

Pensioni, Elsa Fornero: "Occorre parlare il linguaggio della verità"

Grazie alle riforme del sistema pensionistico italiano introdotte dall’economista torinese, Elsa Fornero, l’Italia non ebbe la stessa sorte della Grecia che venne commissariata. La “legge Fornero” con tutti i suoi limiti passò, ma continua ad essere messa in discussione anche da chi, allora favorevole, oggi cerca consenso elettorale negandone i benefici. Elsa Fornero definisce “penosa e vigliacca” una politica che cerca di “ingannare i cittadini con le promesse anziché parlare il linguaggio della verità“. 

L’ex ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ritiene che il premier Gentiloni e il ministro Padoan hanno fatto bene a dar credito all’Istat per quanto riguarda l’innalzamento dell’età pensionabile tenendo conto dell’incremento della speranza di vita. E’ una scelta che non risponde a interessi particolari come le elezioni, ma a interessi generali, che ci riguardano tutti nel medio periodo. Diversamente i giovani avrebbero pagato il costo più caro a vantaggio delle generazioni più mature.

Spesso si pensa che prolungare l’età lavorativa significhi sottrarre posti di lavoro ai più giovani, ma secondo la Fornero: “Questo è un luogo comune, frutto di un’interpretazione eccessivamente rigida sul funzionamento di un’economia e del suo mercato del lavoro. Sottende l’idea che ci sia una quantità fissa di posti di lavoro“. Bisogna dunque ragionare in maniera inversa: le occasioni di lavoro vanno create, purtroppo siamo impreparati a questo. Sicuramente va allontanato il pensiero “al lavoro si acceda cacciando qualcun altro“.

Solo dal 2012 tutte le pensioni sono pro rata calcolate con il metodo contributivo“. La Fornero spiega che dovremo attendere vent’anni perché le pensioni divengano interamente contributive. Solo allora cominceranno a scattare i meccanismi di flessibilità in uscita.

L’economista torinese si dice favorevole all’anticipo pensionistico sociale per alcune situazioni. Ci sono delle categorie, meno fortunate, che subirebbero l’effetto dell’indicizzazione mettendo a repentaglio la sostenibilità dell’attuale sistema previdenziale. Fare attenzione a queste categorie è “un intervento sociale che per la prima volta realizza la separazione tra assistenza e previdenza“.

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