Pensioni e Manovra: dall’APE all’Opzione Donna, ecco le novità del 2020

La riforma delle pensioni nella nuova legge di bilancio 2020 si concentra sulla proroga dell’Opzione Donna. Attesa anche la nuova APE sociale (e la versione volontaria), mentre gli assegni passano per una piccola rivalutazione.

Pensioni e Manovra: dall’APE all’Opzione Donna, ecco le novità del 2020

Con l’arrivo della legge di bilancio 2020 in Parlamento si delineano gli interventi di riforma del settore previdenziale che troveranno spazio a partire dal prossimo anno, sebbene la loro conferma definitiva arriverà solo dall’esame della Camera e del Senato. Proprio in questo frangente verranno esaminati i dettagli dei nuovi provvedimenti, in un esame caratterizzato dalla verifica degli emendamenti (e dal quale potrebbe sorgere anche qualche piccola sorpresa).

Resta il fatto che le ultime ipotesi sottolineano già quali siano le opzioni in corso di approvazione per aggirare i meccanismi ordinari di quiescenza, che nel prossimo anno prevedono la maturazione di almeno 67 anni di età e 20 anni di contribuzione (così come sancito dai requisiti di accesso alla quiescenza di vecchiaia).

Attesa la proroga dell’Opzione Donna e dell’APE sociale per il 2020

Tra le misure più attese per il 2020 la proroga dell’Opzione Donna risulta protagonista, essendo chiesta a gran voce dalle lavoratrici che rischiano di restarne escluse. Il provvedimento di estensione è stato definito dal nuovo governo giallo-verde all’interno del Documento programmatico di bilancio (DpB) ed è rivolto alle lavoratrici che hanno maturato almeno 58 anni di età (un anno in più se autonome) e 35 anni di versamenti, accettando però il ricalcolo contributivo dell’assegno.

Anche la proroga dell’APE sociale è stata inserita all’interno del recente DpB e risulta quindi in corso di approvazione entro il termine dell’anno. Il meccanismo consente l’uscita anticipata dal lavoro a partire dai 63 anni di età e 30-36 anni di contribuzione ai lavoratori che vivono specifiche situazioni di disagio previste dal legislatore (disoccupati, invalidi, caregivers e persone che hanno svolto attività usuranti). Resta invece ancora da chiarire la possibilità di un rinnovo dell’APE volontaria, chiesta a gran voce dai lavoratori.

Infine, la nuova manovra conterrà al proprio interno anche la mini rivalutazione degli assegni. Per quest’ultimi si punta a garantire l’adeguamento pieno fino alle 2 mila euro. Una misura che era attesa da tempo, ma che non sembra essere giudicata come sufficiente dalle parti sociali.

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