Pensioni e lavoratori precoci: ecco i requisiti per il 2019

Con l’arrivo del 2019 scatteranno i nuovi criteri di accesso alla pensione anche per i lavoratori precoci: vediamo in che modo si potrà andare in pensione con l’anzianità contributiva.

Pensioni e lavoratori precoci: ecco i requisiti per il 2019

La nuova legge di bilancio 2019 si appresta a portare importanti modifiche all’interno del comparto previdenziale, ma il Governo ha già chiarito che per quanto concerne le promesse fatte in favore dei lavoratori precoci si dovranno attendere nuovi spazi di discussione nell’arco del prossimo anno. Se è vero che non appare possibile realizzare tutte le misure previste all’interno del contratto giallo verde immediatamente, bisogna però riconoscere che la scelta di privilegiare misure come la quota 100, la proroga di opzione donna o la prosecuzione dell’Ape sociale hanno destato non poche perplessità nel pubblico dei cosiddetti precoci.

D’altra parte, con la passata legislatura si è avviata una prima forma di agevolazione legata alla cosiddetta quota 41, nonostante l’accesso al meccanismo di pensionamento anticipato sia circoscritto a precisi vincoli e parametri. Specifiche che, bisogna ricordarlo, ricadranno anche nel nuovo scatto di adeguamento per l’aspettativa di vita in corso di validità a partire dal prossimo primo gennaio 2019.

Pensioni anticipate e lavoratori precoci: i criteri per la quota 41 a partire dal nuovo anno

Per entrare nello specifico dei criteri utili ad accedere all’Inps tramite la quota 41 bisogna innanzitutto fare riferimento alla legge di bilancio 232 del 2016, che ha introdotto la possibilità di quiescenza anticipata per i lavoratori con almeno 41 anni di versamenti ed un anno di contributi versati prima del diciannovesimo anno di età. Oltre a ciò, bisogna però appartenere ad alcuni specifici profili di tutela, come nel caso dei disoccupati in età avanzata che hanno già esaurito le prestazioni sociali, i caregiver, gli invalidi gravi e gli addetti alle mansioni gravose o usuranti.

Infine, un ultimo appunto riguarda l’applicazione della cosiddetta aspettativa di vita. Bisogna infatti considerare che dal prossimo anno il termine quota 41 risulterà inesatto, visto che l’anzianità contributiva subirà un aumento dovuto all’adeguamento dei criteri rispetto l’AdV. Pertanto, sarà necessario aver maturato cinque mesi in più di contribuzione, portando la soglia di quiescenza a 41 anni e 5 mesi.

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