Pensioni di reversibilità, nuova battaglia

Lega, Cgil, sinistra Pd e Area popolare insorgono contro la nuova legge che lega l'ISEE, la pensione di reversibilità e che include anche le case, permettendone l'usufrutto - così - solamente a chi ha un reddito davvero basso.

Pensioni di reversibilità, nuova battaglia

E’ una vera e propria bomba la polemica esplosa sulla revisione delle pensioni di reversibilità, prevista dal ddl di contrasto alla povertà. Sono i sindacati i primi a lanciare l’allarme; infatti, come spiegano SPI e CGIL, considerare le pensioni di reversibilità come una prestazione assistenziale e legarle all’ISEE ne limiterebbe enormemente l’uso, rendendole così erogabili solamente alle persone che hanno un reddito davvero molto basso.

Con il ddl che è stato approvato a fine gennaio dal Consiglio dei Ministri, è prevista una “razionalizzazione delle prestazioni di natura assistenziale, nonché di altre prestazioni anche di natura previdenziale, sottoposte alla prova dei mezzi“: ciò vuol dire che a determinare la reversibilità della pensione non saranno più i contributi versati durante tutta la vita lavorativa, ma l’effettivo stato di bisogno dei familiari.
Corrono ai ripari da Palazzo Chigi, dove si afferma che le nuove norme si applicheranno solamente alle pensioni future, non a quelle in essere e, come dichiarato dal commissario straordinario Isfol ed ex consulente del ministero del Lavoro, Stefano Sacchi, non si terrà conto della componente patrimoniale dell’ISEE.

Forte, come sempre, il commento del segretario della Lega Matteo Salvini che su twitter ha dichiarato: “Il governo pensa di tagliare le pensioni di reversibilità? Un governo che fa cassa sui morti mi fa schifo“, aggiungendo che in questo modo vengono raggirate migliaia di persone, soprattutto povere donne rimaste vedove del marito. Ma non sono soltanto le opposizioni a criticare questo ddl, bensì anche elementi della maggioranza non mancano di affermare la loro contrarietà a quanto approvato.

Alla luce dei fatti, sia i sindacati che i deputati chiedono delucidazioni in merito. Palazzo Chigi cerca di arginare le critiche ed il diluvio di lamentele che l’approvazione del ddl di contrasto alla povertà ha portato con sé, dichiarando che “se ci saranno interventi di razionalizzazione saranno solo per evitare sprechi e duplicazioni, non per far cassa in una guerra tra poveri. La delega del governo dà, non toglie“.

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