Pensioni di cittadinanza: pagati 58mila assegni, ma c’è ancora molta strada da fare: ecco perché

Dall’Inps emergono i dati sui primi pagamenti effettuati per le pensioni di cittadinanza: numeri importanti, ma si continua a restare lontani dalla totalità della platea. Le statistiche indicano infatti più di 3 milioni di assegni sulla soglia della povertà.

Pensioni di cittadinanza: pagati 58mila assegni, ma c’è ancora molta strada da fare: ecco perché

Gli ultimi dati in arrivo dall’Inps consentono di scattare una nuova fotografia in merito alle cosiddette pensioni di cittadinanza. Si tratta di assegni di welfare finalizzati a garantire una pensione dignitosa attraverso l’integrazione di eventuali altri redditi per tutti coloro che risultano in età avanzata e che vivono una situazione di povertà o di disagio economico. Nella pratica, il provvedimento rientra nel cosiddetto reddito di cittadinanza approvato recentemente con la legge di bilancio 2019.

La partenza dei primi assegni riguardanti il nuovo sussidio di welfare ha infatti permesso anche di fare un quadro della situazione rispetto alla situazione specifica delle pensioni di cittadinanza. I pagamenti già effettuati dall’Inps al riguardo sono circa 58mila, contro un numero di domande complessive inviate per il reddito di cittadinanza stimate finora in 488mila.

La nuova pensione di cittadinanza ed i criteri da raggiungere per maturare il diritto all’integrazione

Se le pensioni di cittadinanza restano una parte minoritaria rispetto alle richieste di accesso al nuovo strumento di welfare, il motivo è probabilmente legato alla rigidità dei requisiti di accesso. Un dato che diventa evidente a partire dall’età che il richiedente e gli eventuali componenti del nucleo familiare devono aver maturato. La soglia è stata infatti fissata dal legislatore a 67 anni di età.

A questo vincolo si aggiungono poi gli altri criteri già presenti per il reddito di cittadinanza, a partire da quelli reddituali e patrimoniali. Il principale indicatore di riferimento resta l’ISEE, ovvero l’Indicatore della situazione economica equivalente. Non deve quindi sorprendere che sul totale complessivo delle richieste, questo genere di pratiche si fermi attorno al 14-15%.

Resta però il fatto che la necessità di un intervento di sostegno sulle pensioni più povere sia particolarmente sentito. Per avere un’idea della dimensione del problema, bisogna infatti tenere presente che i pensionati con assegni tali da evidenziare situazioni di disagio economico sono circa 3 milioni secondo gli stessi elementi statistici forniti dall’Inps. Un dato che rende evidente un fatto: sul problema c’è ancora molto lavoro da fare.

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