Pensioni di cittadinanza, appena 128 mila beneficiari: ecco perché i numeri restano ridotti

Dalle ultime comunicazioni dell’Inps emerge che le richieste di accesso alle nuove pensioni di cittadinanza restano limitate. Finora ha usufruito del sussidio di welfare solo il 25% della platea potenziale.

Pensioni di cittadinanza, appena 128 mila beneficiari: ecco perché i numeri restano ridotti

Dall’istituto pubblico di previdenza arrivano nuovi aggiornamenti in merito alle pensioni di cittadinanza ed in particolare al numero degli aderenti. I dati fanno riferimento al monitoraggio avviato dall’Inps sul flusso dei richiedenti. Nell’ultimo aggiornamento (con dati riferibili alla metà di luglio 2019) si sono conteggiate circa 112 mila richieste, per un numero di persone coinvolte corrispondenti a circa 128 mila cittadini (in virtù del fatto che dell’assegno beneficia tutto il nucleo familiare).

Per quanto concerne invece l’importo medio erogato, si tratta di circa 207,00 euro, a conferma che perlopiù la pensione di cittadinanza agisce da integrazione al reddito per coloro che percepiscono altri emolumenti di importo medio – basso. La cifra può differire leggermente in base alla peculiare situazione del percettore (si pensi ad esempio alla presenza o meno di una casa di proprietà o dell’affitto da pagare).

Per quanto riguarda la suddivisione geografica nell’erogazione degli emolumenti, nel 51% dei casi si tratta di persone che vivono nel sud Italia (corrispondenti a circa 65 mila beneficiari). Un altro 30% (circa 39300 persone) vive nel nord Italia, mentre la parte restante è residente nelle regioni centrali.

Pensioni di cittadinanza: mancano dati specifici sulle stime di spesa e sui target

Vi è da dire che il caso delle pensioni di cittadinanza risulta fin dall’inizio come secondario rispetto al reddito di cittadinanza vero e proprio. Sul provvedimento mancano infatti delle stime di spesa, ma anche degli obiettivi di raggiungimento dei potenziali beneficiari. Certamente, il numero di domande piuttosto limitato concorre alla formazione di quel “tesoretto” di risparmi stimato complessivamente per il reddito di cittadinanza in circa 1,2 miliardi di euro.

Il motivo per il quale al momento le pensioni di cittadinanza restano piuttosto ridotte va identificato nei requisiti piuttosto stringenti di maturazione, a partire dall’età anagrafica da maturare. I 67 anni corrispondono infatti all’età di accesso alla pensione di vecchiaia, ma anche al cosiddetto assegno sociale. Per questo, quando si matura l’emolumento di cittadinanza, spesso quest’ultimo rappresenta una semplice integrazione al reddito pensionistico o ad altre misure di sostegno.

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