Pensioni anticipate: per Damiano (PD) il FMI utilizza dati gonfiati

Dal dirigente Dem arriva una secca replica alle recenti indicazioni fornite dal Fondo Monetario Internazionale rispetto al peso delle pensioni sul bilancio pubblico. Ecco perché i conti dei tecnici non tornano.

Pensioni anticipate: per Damiano (PD) il FMI utilizza dati gonfiati

Non sono solo i sindacati a smentire in modo deciso le interpretazioni dei dati fornite nella giornata di ieri dal Fondo Monetario Internazionale all’interno del Rapporto Article IV. Secondo il dirigente democratico Cesare Damiano, le indicazioni in arrivo dai tecnici internazionali non sono coerenti perché sono stati utilizzati “dati palesemente gonfiati per sostenere che la nostra spesa pensionistica non risulta allineata con la media europea”.

A tal proposito, bisogna sottolineare che i tecnici sono tornati a suggerire di pensare a meccanismi alternativi di flessibilità previdenziale, così da avviare le uscite anticipate in modo tale da tenere conto dell’aspettativa di vita e dei mancati versamenti contributivi per il calcolo finale dell’assegno erogato.

Una posizione che non è stata assolutamente condivisa non solo dal dirigente democratico, ma anche dalle parti sociali. Non a caso, nella giornata di ieri, anche i sindacati hanno risposto in modo compatto all’intervento dei tecnici, arrivato pochi giorni dal termine del nuovo tavolo negoziale di confronto tra piattaforma unitaria e governo.

Riforma pensioni: Cesare Damiano ricorda l’importanza di separare la spesa per l’assistenza da quella per la previdenza

A tal proposito l’esponente democratico riprende le argomentazioni diffuse all’interno della replica al FMI arrivata dal segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, nella giornata di ieri. Per Damiano “quando si separerà previdenza da assistenza risulterà chiaro che la nostra spesa per le pensioni è più bassa. Non solo: quando si smetterà di calcolare la spesa al lordo e non al netto, dimenticando che i pensionati italiani restituiscono al fisco quasi 50 miliardi di euro l’anno, capiremo che l’incidenza sul Pil si abbassa dal 16 al 12%”.

Anche per questo, Cesare Damiano chiede di porre fine alla pratica di mettere sul banco degli imputati i pensionati ed in generale tutto il comparto previdenziale, al fine di attuare un cambio di passo e avviare una riforma che possa davvero risultare strutturale rispetto alla rigidità delle regole attualmente in corso.

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