Pensioni anticipate: ok al maxi scivolo di 5 anni, ecco come funziona

Dalle Commissioni Bilancio e Finanza della Camera arriva l’approvazione dell’emendamento sul maxi scivolo. Nelle grandi aziende sarà possibile ottenere fino a 5 anni di sconto per l’accesso alla pensione ordinaria.

Pensioni anticipate: ok al maxi scivolo di 5 anni, ecco come funziona

Nella giornata di ieri è arrivato l’ok delle Commissioni bilancio e finanza della Camera all’emendamento sul maxi – scivolo, un provvedimento che farà certamente riaccendere la discussione sulla flessibilità previdenziale. La misura consente infatti ad alcune specifiche categorie di lavoratori di ottenere fino a 5 anni di sconto sull’età ordinaria di quiescenza (contro ipotesi iniziali che ipotizzavano addirittura un taglio sui criteri di 7 anni).

Prima di entusiasmarsi però, sarà bene fare attenzione ai vincoli ed ai paletti da rispettare per poter rientrare nei benefici del provvedimento, visto che quest’ultimo sembra destinato ad una parte limitata della platea dei pensionandi. L’impianto normativo garantisce infatti il prepensionamento tramite il cosiddetto contratto di espansione, andando ad interessare innanzitutto le aziende con più di 1.000 dipendenti.

Quest’ultime devono poi programmare dei processi di reindustrializzazione e di riorganizzazione aziendale per poter utilizzare il provvedimento. Dal punto di vista dei lavoratori, sarà invece necessario non trovarsi a più di 60 mesi dalla maturazione della pensione di vecchiaia (attualmente il criterio anagrafico è fissato ai 67 anni di età), oltre ad aver maturato il criterio contributivo (in tal senso sono richiesti almeno 20 anni di versamenti).

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Un altro elemento da tenere in considerazione è che lo scivolo funzionerà sulla base delle decisioni prese da parte dell’azienda, pertanto non sarà un meccanismo percorribile in modo volontario esclusivamente dal lavoratore. Questo perché il relativo costo risulterà ovviamente a carico del datore di lavoro, che quindi dovrà supportare tutto l’onere dell’accompagnamento.

Nella pratica, al lavoratore sarà invece riconosciuta un’indennità reddituale di prepensionamento, calcolata sulla base dello stipendio che sarebbe stato percepito qualora fosse proseguita l’attività lavorativa. Al contempo, l’azienda potrà valutare la possibilità di avviare il turn over assumendo nuovi giovani e svecchiando così sia l’organico che le relative competenze professionali.

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