Pensioni anticipate: nel 2019 confermate le uscite dai 63 anni con APE sociale, volontaria e aziendale

Nel pacchetto pensioni si confermano diverse opzioni alternative alla quota 100 a partire dai 63 anni di età e dai 20 anni di contributi, grazie alla proroga degli anticipi previdenziali della scorsa legislatura.

Pensioni anticipate: nel 2019 confermate le uscite dai 63 anni con APE sociale, volontaria e aziendale

La riforma della previdenza in arrivo a breve con la firma del Governo sul prossimo decreto legge non si limiterà alle uscite anticipate tramite la quota 100, ma garantirà ai lavoratori di poter scegliere per un altro anno anche le tre diverse opzioni legate all’APE e rese disponibili nella scorsa legislatura.

Maggiore scelta significa anche possibilità di maggiore convenienza, perché se è vero che i requisiti sono differenti, in alcuni casi preferire una delle opzioni legate all’APE potrebbe consentire di avere un assegno leggermente più alto, oppure di evitare vincoli ostativi alla prosecuzione dell’attività lavorativa. Una scelta che andrà quindi effettuata in modo oculato valutando con attenzione vantaggi e svantaggi, e affidandosi ad un buon consulente o ad un patronato per poter effettivamente determinare la via migliore.

L’anticipo pensionistico parte dai 63 anni di età

Entrando nel merito dei requisiti utili per accedere alla pensione tramite l’APE sociale, si parla innanzitutto di aver maturato almeno 63 anni di età (quindi un anno in più rispetto ai 62 anni di età e 38 anni di contribuzione della quota 100). Dal punto di vista dell’anzianità contributiva, bastano invece dai 30 ai 36 anni, a seconda del profilo di tutela.

Il costo dell’anticipo è a carico della collettività, salvo il fatto di poter accedere all’opzione rientrando in una delle quattro categorie di lavoratori considerabili in stato di bisogno, cioè disoccupati, caregivers, invalidi, o dipendenti con mansioni gravose. L’alternativa disponibile fino alla fine del 2019 è l’APE volontaria, che parte anch’essa dai 63 anni, ma per la quale bastano 20 anni di versamenti. In questo caso bisogna però accettare un taglio dell’assegno ventennale dovuto alla restituzione del prestito ponte (che comunque tende a ridursi nel tempo grazie alle rivalutazioni). Non vi sono inoltre vincoli ostativi alla prosecuzione dell’attività lavorativa.

Infine, l’APE aziendale consente l’anticipo con gli stessi criteri dell’APE volontaria. La differenza è che il costo della misura viene sostenuto dall’azienda, che sigla un accordo con il lavoratore. In alternativa, è possibile fruire della misura anche grazie ai cosiddetti fondi bilaterali.

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