Pensioni anticipate, l’allarme sull’APE volontaria e aziendale: ecco perché nel 2020 rischiano di saltare

I lavoratori temono di perdere due importanti strumenti di accesso flessibile alla pensione se non si interverrà entro la fine dell’anno. Le misure risultano in scadenza al 31/12 del 2019.

Pensioni anticipate, l’allarme sull’APE volontaria e aziendale: ecco perché nel 2020 rischiano di saltare

Si teme il peggio per le pensioni anticipate tramite APE volontaria e sul meccanismo gemello di natura aziendale. Si tratta di due importanti misure di tutela che risultano in scadenza alla fine del corrente anno, come per altro avviene per l’APE sociale. Purtroppo, se la proroga riguardante quest’ultima misura sembra già confermata, lo stesso non si può dire per le due versioni rimanenti.

Ma procediamo con ordine: l’APE sociale consente l’uscita dal lavoro a partire dai 63 anni di età e con 30-36 anni di versamenti, in base alla specifica situazione di disagio nel quale si trova il lavoratore (disoccupazione, disabilità, prestazione da caregiver o svolgimento di attività gravosa / usurante). Qualora non si rientrasse all’interno di uno di questi quattro casi specifici, il legislatore ha previsto una seconda possibilità caratterizzata dal medesimo criterio anagrafico (ma da un vincolo contributivo ben più basso).

L’APE volontaria (o aziendale) è infatti accessibile a tutta la platea dei lavoratori a partire dai 63 anni di età e con appena 20 anni di versamenti. Di fatto, si tratta dell’unica vera e propria opzione attualmente presente in grado di consentire un prepensionamento con appena due decenni di versamenti. L’alternativa per i lavoratori che non hanno maturato almeno 35 anni di contributi consiste nell’attendere l’accesso all’uscita di vecchiaia, che si concretizza però a partire dai 67 anni di età. Ecco perché molti lavoratori sono comunque ben disposti a sostenere il costo del prestito ponte (attualmente reso anche leggero dai bassi tassi di interesse), pur di poter ottenere un agognato ed a volte quanto mai necessario prepensionamento.

Il rischio di una mancata proroga ed il termine dell’opzione al 31 dicembre del 2019

Stante la situazione, al momento non sembrano emergere segnali chiari o prese di posizione definitive rispetto all’idea di prorogare l’APE di natura volontaria. Purtroppo, senza un nuovo intervento del legislatore il provvedimento nato nel 2017 sembra destinato alla chiusura. Sulla questione pesa probabilmente anche il basso numero di richieste che sono arrivate in questi anni, pur considerando che l’opzione ha impiegato del tempo per entrare in funzione.

Oltre a ciò, la fase sperimentale è iniziata in un momento nel quale i tassi di interesse applicati risultavano certamente maggiori di quelli attuali. D’altra parte, una prima proroga si era manifestata già lo scorso anno, visto che l’APE volontaria e aziendale erano previste in scadenza al 31 dicembre del 2018. Resta il fatto che si tratta di strumenti a costo zero per lo Stato ed in grado di garantire comunque maggiore flessibilità in uscita dal lavoro. Perderli sarebbe un peccato, anche se al momento l’incertezza sulla prosecuzione della sperimentazione resta massima.

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