Pensioni anticipate: ipotesi maxi flessibilità con 7 anni di scivolo, ma non per tutti

Un emendamento riguardante il DL crescita avanza l'ipotesi di aprire sperimentalmente alla pensione anticipata per le imprese con più di 1.000 dipendenti. Ecco chi potrebbe beneficiare della misura e con quali effetti.

Pensioni anticipate: ipotesi maxi flessibilità con 7 anni di scivolo, ma non per tutti

Arriva una nuova ipotesi d’intervento sul comparto previdenziale ed in particolare sui meccanismi di accesso anticipato alla quiescenza. Secondo quanto previsto all’interno di un emendamento presentato da due esponenti della maggioranza, si suggerisce la possibilità di prepensionamento nelle grandi imprese grazie ad uno scivolo di 7 anni. Il provvedimento è infatti finalizzato ad introdurre nel nostro ordinamento un contratto di espansione, finalizzato a riavviare il turn over ed a migliorare i processi tecnologici industriali.

Nella pratica, qualora venisse effettivamente approvato, consisterebbe in una misura di natura sperimentale disponibile per gli anni 2019 e 2020. Anche il perimetro delle aziende dove l’opzione sarebbe possibile risulterebbe ristretto, visto che è previsto il vincolo di un numero di dipendenti superiore alle 1000 unità. Chi rientra nei parametri potrebbe però avvantaggiarsi di uno scivolo importante, in grado di garantire il prepensionamento anche con 84 mesi di anticipo dall’accesso all’Inps con i requisiti ordinari.

Nel periodo di attesa rispetto alla maturazione dell’assegno, al lavoratore verrebbe infatti garantita un’indennità commisurata all’effettiva pensione lorda riconosciuta nel momento in cui cesserà effettivamente il rapporto di lavoro. Il ricambio generazionale sarà così garantito dal vincolo ad assumere nuove figure professionali, con lo scopo di aggiornare lo sviluppo tecnologico aziendale e di svecchiare l’organico.

Le opposizioni vanno all’attacco: servono chiarimenti

Sull’impostazione generale del provvedimento resta però la perplessità dell’opposizione, che esprime dubbi e chiede di avere informazioni di approfondimento riguardo ai dettagli operativi. Dal Partito Democratico arriva in particolare la richiesta di poter esaminare i testi, per comprendere con precisione i meccanismi attraverso i quali dovrebbe funzionare il nuovo provvedimento.

In particolare, sarebbe mancata anche un’illustrazione di quali saranno le conseguenze pratiche per i lavoratori, oltre che dei costi e delle risorse messe a supporto del provvedimento (in modo da garantirne il buon funzionamento). Resta implicito che la discussione sul provvedimento sembra tutt’altro che vicina alla propria conclusione.

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