Pensioni anticipate: giudizio negativo della Corte dei Conti, ok all’Ape sociale

Sulle pensioni anticipate arriva il parere negativo dei giudici contabili della Corte dei Conti: si concretizza l’invito a fare attenzione alle nuove opzioni di riforma del sistema previdenziale, ma c’è l’ok all’Ape sociale.

Pensioni anticipate: giudizio negativo della Corte dei Conti, ok all’Ape sociale

Pensioni anticipate alla prova della Corte dei Conti. I giudici contabili sono intervenuti in audizione parlamentare per esprimere il proprio giudizio in merito agli interventi di riforma del settore previdenziale. Il risultato è stato un parere non del tutto positivo, con preoccupazione espressa per i nuovi possibili meccanismi di anticipo. In particolare, il messaggio lanciato ai legislatori è di non modificare in modo profondo quanto proposto dal governo Draghi.

La Corte dei Conti esprime quindi un parere positivo rispetto all’intento di preservare la riforma Fornero fissata dal governo Monti nell’ormai 2011. Il riferimento va ai possibili riverberi negativi sulla tenuta finanziaria del sistema nel caso in cui si concretizzassero nuovi interventi di flessibilità con il metodo misto – retributivo.

Bocciatura della quota 100 e preoccupazione per la sostenibilità dei conti pubblici

In base a quanto riferito dai giudici contabili, la stessa quota 100 ha infatti rappresentato una misura non efficiente per l’equilibrio dei conti pubblici. Allo stesso tempo, non avrebbe concesso un meccanismo davvero flessibile per il prepensionamento in favore dei lavoratori. All’interno della legge di bilancio bisognerà inoltre tenere conto degli strascichi lasciati dalla pandemia, che rendono necessario prestare particolare attenzione ai costi di nuove misure di accesso anticipato alla pensione.

Sulla base di questo presupposto, anche la nuova quota 102 viene vista con perplessità sia per l’effettiva efficacia verso la generalità della platea (che avrebbe effettivamente necessità di un meccanismo di prepensionamento), sia per i costi collegati. Come già sottolineato, resta però l’apprezzamento per le altre linee guida indicate nella bozza della manovra. A partire dall’Ape sociale, che rappresenta un sistema di welfare previdenziale dal costo contenuto e allo stesso tempo in grado di offrire un sostegno concreto a chi vive situazioni di disagio in età avanzata.

Parere favorevole invece verso l’adozione di nuove opzioni destinate a garantire flessibilità tramite l’adozione del sistema contributivo puro. In questo senso, nelle ultime settimane si è discusso molto rispetto a una possibile “opzione tutti”, che garantirebbe l’uscita dal lavoro a partire dai 62 o 63 anni, restituendo semplicemente ai lavoratori quanto effettivamente accumulato durante la fase lavorativa. Proprio la transizione dal regime retributivo o misto a quello contributivo è stato rimarcato come l’ipotesi più sostenibile per rendere davvero sostenibile il sistema previdenziale pubblico nel lungo termine.

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