Pensioni anticipate, ecco fino a quanto potrebbero costare le quote 100 e 41

Le stime fornite dall'Inps all'interno della propria relazione annuale parlano di esborsi importanti per garantire il pensionamento flessibile dei lavoratori tramite le nuove quote.

Pensioni anticipate, ecco fino a quanto potrebbero costare le quote 100 e 41

Dalla relazione annuale dell’Istituto pubblico di previdenza arrivano importanti aggiornamenti riguardo ai possibili costi che il sistema dovrebbe affrontare qualora venissero effettivamente concretizzate le nuove opzioni di flessibilizzazione del sistema pensionistico. Stiamo parlando, in particolare, della quota 100 (raggiungibile sommando età anagrafica e anzianità contributiva) e della quota 41 (slegata dall’età del lavoratore).

Le misure potrebbero arrivare a costare complessivamente 15 miliardi di euro l’anno nella fase di avvio, mentre negli anni successivi il costo diverrebbe stabile attorno alla cifra di 20 miliardi di euro. Chiaramente, le stime restano al momento indicative, anche perché nelle scorse settimane sono stati ipotizzati diversi vincoli e paletti, che potrebbero contribuire a rendere meno onerosi i provvedimenti, seppure a discapito della platea che potenzialmente ne risulterà beneficiaria.

Riforma pensioni, le ipotesi su coloro che potranno beneficiare delle nuove misure

Proprio al riguardo dei possibili destinatari, la stessa Inps ha proposto stime piuttosto precise. Complessivamente, nel prossimo decennio potrebbero risultare coinvolti un milione e 172mila lavoratori, che altrimenti maturerebbero la quiescenza più tardi. Per quanto concerne i costi effettivi, un eventuale vincolo della quota 100 a partire dai 64 anni consentirebbe di risparmiare due miliardi di euro l’anno, che salirebbero a quattro miliardi innalzando l’età di ingresso fino a 65 anni.

Un secondo elemento evidenziato dal dossier dell’Inps è la possibilità di finanziare la flessibilità in uscita tramite un’accelerazione del passaggio al sistema contributivo dei versamenti. In questo caso, alla flessibilità si accompagnerebbe però anche una riduzione del futuro assegno pensionistico. Mentre un ulteriore elemento di risparmio che potrebbe essere preso in considerazione riguarda i contributi figurativi, ai quali potrebbe essere posto un tetto nel calcolo dei requisiti utili alla quiescenza.

La stima dei costi rispetto al Prodotto Interno Lordo

Infine, è da notare che all’interno delle proiezioni tecniche è stata inserita anche una stima circa il possibile peso delle nuove misure di prepensionamento rispetto al prodotto interno lordo. Secondo quanto riportato, si potrebbe arrivare a toccare complessivamente oneri aggiuntivi per circa il 6% del PIL dell’anno in corso.

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