Pensioni anticipate e Quota 100: uscite a rischio caos

Con l’approvazione della legge di bilancio 2019 emerge una nuova opzione di uscita a partire dai 62 di età e con 38 anni di versamenti, ma sulla gestione dei pensionamenti emergono i rischi di ritardi e complicazioni.

Pensioni anticipate e Quota 100: uscite a rischio caos

Il 2019 porta in dote nuove opzioni di pensionamento anticipato grazie al pacchetto previdenziale approvato dal Governo con l’ultima Manovra, ma dal punto di vista operativo la strada per ottenere l’agognata uscita dal lavoro appare ancora da definire. L’esecutivo dovrà infatti proporre le regole attuative all’interno di un apposito decreto, previsto in arrivo entro il prossimo 12 gennaio; la mancanza di informazioni operative rischia però di porre già oggi diversi problemi.

Le regole attualmente in corso prevedono per tutti ed a partire da questo inizio gennaio lo scatto di cinque mensilità in più da maturare per l’accesso alla quiescenza in virtù dell’adeguamento all’aspettativa di vita. Un vincolo che porta ad innalzare l’uscita di vecchiaia a 67 anni di età, ma che a questo punto dovrà prevedere necessariamente un intervento correttivo anche per la quota 100. Infatti, non essendo ancora entrata in vigore, il Governo dovrà prevedere all’interno del decreto il congelamento dello scatto anche per quest’ultima.

 I probabili problemi gestionali

Nella situazione appena descritta i problemi gestionali rischiano di moltiplicarsi. Il ritardo del decreto sulla flessibilizzazione del sistema tramite quota 100 comporta uno slittamento anche nella relativa pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, ovvero nel passaggio che garantisce l’approvazione vera e propria del provvedimento. A seguire si dovrà attendere poi che l’Inps produca le circolari contenenti le informazioni pratiche sulle modalità di presentazione delle domande di pensionamento.

Tenendo conto di questo scenario, c’è quindi da chiedersi se sarà possibile svolgere tutti i necessari passaggi del caso entro i termini utili a garantire i primi pensionamento per marzo 2019. Infatti, se è vero che la prima finestra utile sarà utilizzata da tutti i lavoratori che avranno maturato i requisiti di accesso alla fine del 2018 (62 anni di età e 38 anni di contribuzione), sarà altrettanto prevedibile la corsa all’Inps ed ai patronati per poter inoltrare la propria domanda di quiescenza.

Il tutto ricordando che dai 62 ai 67 anni vi sono moltissimi lavoratori rimasti penalizzati all’interno della rigidità della Riforma Fornero e per questo in attesa di poter uscire dal lavoro il prima possibile; una possibilità che non potrà concretizzarsi fino a quando non saranno stati espletati tutti i passaggi utili a convertire definitivamente ed in senso operativo quanto previsto nella Manovra.

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